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Dopo l'episodio delle minacce in danno della magistrata Maria Francesca Mariano, giudice delle indagini preliminari a Lecce (era già sotto scorta per precedenti intimidazioni), si muove anche la politica. Sono state, intanto, innalzate le misure di sicurezza. La giudice aveva ricevuto una testa di un capretto insanguinata con una lunga lama da macellaio infilzata con una scritta "così".
Le reazioni della politica
«L’atto intimidatorio al giudice sotto scorta a Lecce è una reazione della mafia al pugno duro dello Stato. Ma lo Stato non ha paura: sono state già elevate le misure di sicurezza per proteggere il giudice, a cui va la nostra più sincera vicinanza. Andiamo avanti con ancora più determinazione: siamo sulla strada giusta e continueremo la battaglia alla mafia», ha detto Mauro D'Attis, parlamentare di Forza Italia e membro della commissione parlamentare Antimafia.
«Ferma condanna per l'atto vile e sconcertante perpetrato davanti all'abitazione della giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lecce, Maria Francesca Mariano, alla quale va tutta la mia solidarietà. La presenza di una testa di capretto con una lama infilzata, costituisce un gesto di estrema violenza, oltre che un chiaro, ma vano, tentativo di fermare l'azione della magistratura. Auspico che le indagini conducano alla rapida individuazione degli autori di questo vile gesto. La giustizia è il fondamento della nostra società e deve essere difesa senza esitazioni». La dichirazione del deputato di Fratelli d'Italia e componente della commissione parlamentare Antimafia, Saverio Congedo.
Interviene anche Leonardo Donno, parlamentare del Movimento 5 Stelle, coordinatore pugliese: «Esprimo la massima solidarietà e vicinanza alla giudice Maria Francesca Mariano, vittima di un vergognoso episodio di intimidazione.
Quotidiano Di Puglia