Gioco d’azzardo e turismo, ma anche affari più “classici” come droga ed estorsioni. Questi gli ambiti in cui si muove la mafia salentina. Fotografati con...
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Ecco quindi che i nomi, è vero, sono sempre gli stessi degli anni passati. A dimostrazione del fatto che gli affari cambiano, ma le famiglie resistono. E dunque, ad esempio, ci sono i Padovano che ancora risultano egemoni su Gallipoli, o i Tornese che comandano su una vasta area nel nord-ovest del Salento. E ancora: il capoluogo è nelle mani dei clan Briganti e Pepe, mentre l’entroterra del sud Salento, tra Casarano, Parabita e Matino, è il feudo dei Montedoro, Giannelli e Scarlino.
È anche vero, tuttavia, che l’influenza dei clan «risulta ora notevolmente ridimensionata», come si legge nella relazione. «Nel periodo in esame (primo semestre 2017, ndr), nella provincia, ad eccezione di alcune frizioni circoscritte e imputabili a disaccordi interni tra soggetti appartenenti agli stessi circuiti criminali, non si sono registrati fatti di sangue ascrivibili alla criminalità organizzata. Ad ogni modo, le dinamiche criminali appaiono comunque ancora risentire dell’influenza di alcuni capi storici».
Il che non significa, quindi, che l’ombra lunga della mafia sul Salento si sia ritirata.
Quotidiano Di Puglia