«Ammiccamenti e sorrisini di queste settimane si sono finalmente materializzati: ora abbiamo la conferma che erano frutto di un accordo chiuso ben prima dell’11 giugno...
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«Questo patto - attacca Giliberti - è un pugno nello stomaco per gli elettori di Delli Noci, che ha avuto il consenso dell’elettorato moderato e di centrodestra. Ora quei leccesi si sono resi conto che Delli Noci è stato il pupazzo e Salvemini lo strumento con il quale Emiliano intende mettere le mani sulla città e noi lo impediremo, con tutte le risorse che abbiamo a disposizione». Il candidato sindaco del centrodestra riferisce di aver cercato un confronto con Delli Noci: «Gli ho proposto di parlarci fra galantuomini. Lo avrei fatto se mi avesse garantito di non aver già preso accordi con la sinistra: non mi ha nemmeno risposto».
L’accordo, per Giliberti, equivale poi a «un commissariamento da parte di Bari per Carlo Salvemini: il patto di potere prevede assessorati e spartizione di poltrone. Così che appare ormai chiaro che solo da questa parte, con me, ci saranno coerenza e rinnovamento vero». Circondato da sostenitori, assessori uscenti e consiglieri neoeletti, Giliberti ribadisce di essere «l’unica novità politica di questa città». Poi si rivolge agli elettori di Delli Noci: «Vorrei vedessero in me la possibilità di unire la tradizione e i valori del centrodestra con il rinnovamento, che io incarno profondamente». Un rinnovamento che il candidato del centrodestra promette di portare avanti, «con la mia storia e il mio programma, che è serio, credibile, realizzabile» e nel segno della continuità, rivendicando i risultati raggiunti «da chi, governando in questi 20 anni, ha reso Lecce fra le più belle città d’Italia, recuperando le Mura, gli Agostiniani».
Una dinamica, quella fra rinnovamento e continuità, che tuttavia non appassiona Giliberti: «Solo chi non ha altri argomenti e critiche, non legge come una risorsa la mia candidatura. E si affanna ad appiccicare etichette per superare l’affanno e tentare di scalfire un primato elettorale che vede già 18 nostri consiglieri seduti in Aula, a Palazzo Carafa». E per tentare di superare, ancora, differenze programmatiche che, per Giliberti, sono evidenti: «Ora che faranno? Il filobus si smonterà o non più? Cosa decideranno di fare dei trasporti, dei servizi sociali, del turismo? Hanno solo una settimana per far convergere i loro programmi. Quali idee porteranno in Aula? O sceglieranno di fare metà e metà? Solo con noi vinceranno chiarezza e coerenza».
Convinto che gli elettori del centrodestra «domenica 25 giugno non andranno al mare», Giliberti sfoglia poi a favore di telecamere e giornalisti presenti le pagine della recente campagna elettorale, «quando Salvemini dichiarava che “Delli Noci è parte della squadra che ha governato in questi 20 anni”, che io e Delli Noci saremmo stati “due facce della stessa medaglia” e che Delli Noci era “l’aspirante successore di Perrone che il centrodestra non ha scelto”».
Dopo una campagna elettorale in punta di fioretto, Giliberti sceglie ritmo e toni per lo sprint finale.
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Quotidiano Di Puglia