Gial Plast, nessuno spiraglio per i lavoratori licenziati

Gial Plast, nessuno spiraglio per i lavoratori licenziati
Gli amministratori straordinari e temporanei di Gial Plast non concedono ai sindacati alcun margine di trattativa sui licenziamenti operati dall'azienda dopo l'arrivo...

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Gli amministratori straordinari e temporanei di Gial Plast non concedono ai sindacati alcun margine di trattativa sui licenziamenti operati dall'azienda dopo l'arrivo dell'interdittiva antimafia. «Non siamo i soggetti competenti per discutere il tema, poiché Gial Plast ha avviato le procedure di licenziamento prima del nostro insediamento», hanno spiegato ieri mattina durante il confronto svolto in Prefettura a Lecce.


Si tratta di un verdetto amaro per i segretari provinciali di FpCgil, FisascatCisl, Uilt, Fiadel e Ugl IA che, chiamati a fornire risposte ai loro iscritti destinatari dei provvedimenti disciplinari, si ritrovano, nuovamente, davanti allo stesso bivio: insistere con le richieste di ascolto alle istituzioni oppure protestare? A quanto pare, la seconda via sarebbe, in questo momento, la più quotata. Sulla questione dei licenziamenti post-interdittiva e dei licenziamenti preventivi operati dalle aziende non colpite dal provvedimento, le organizzazioni sindacali di categoria avevano, infatti, già chiesto e ottenuto lo scorso 1° aprile udienza dal prefetto Maria Teresa Cucinotta, che, a sua volta, molto rapidamente, prese atto delle istanze sindacali e invitò gli interessati a rivolgersi al giudice del lavoro, come peraltro, in alcuni casi, è stato fatto e non senza successo (caso Igeco).

Rispediti al mittente per la seconda volta in due mesi, i sindacati sembrano quindi orientati a riproporre la linea dura, vale a dire lo sciopero degli addetti di Gial Plast, esattamente come hanno fatto lo scorso 13 maggio nei confronti di Monteco a causa dei licenziamenti preventivi operati dall'azienda per evitare il rischio di essere colpita da interdittiva. Da quanto si apprende, nel caso di Gial Plast - che ha già licenziato circa 50 operatori - l'intenzione sarebbe quella di organizzare uno sciopero interprovinciale, Lecce e Brindisi insieme.

«E non è escluso - spiegano i segretari provinciali - che l'iniziativa di protesta possa estendersi anche alle altre aziende e ai rispettivi dipendenti sparsi sul territorio regionale». Insomma, i sindacati non hanno alcuna voglia di arretrare davanti alla controffensiva che le aziende colpite e non dai provvedimenti interdittivi prefettizi stanno attuando nei confronti di tutti i loro dipendenti ritenuti, a vario titolo, ingombranti, «sebbene, in molti casi, destinatari di sentenze passate in giudicato anche venti anni fa», tengono a precisare i rappresentanti dei lavoratori. All'esito del tavolo in Prefettura, le sigle di categoria di Lecce e Brindisi hanno programmato per lunedì l'assemblea di tutti gli operatori.


Sarà quella la sede in cui decideranno il da farsi, fermi restano i ricorsi contro i licenziamenti che in diversi casi i singoli addetti stanno presentando ai competenti tribunali del lavoro. Molti altri provvedimenti disciplinari potrebbero essere attuati nei prossimi giorni, soprattutto nelle aziende che stanno cercando di tutelarsi dal rischio interdittiva. Le sospensioni che preludono al licenziamento, infatti, si stanno accumulando. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia