Gettò una cagnolina nel canile causandone la morte: colpevole, 8 mesi di carcere

Foto di repertorio
Lanciò una cagnolina dentro il canile, causandone la morte. Il Tribunale di Lecce ha riconosciuto un uomo di Copertino responsabile del reato di uccisione di animali e...

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Lanciò una cagnolina dentro il canile, causandone la morte. Il Tribunale di Lecce ha riconosciuto un uomo di Copertino responsabile del reato di uccisione di animali e lo ha condanato ad 8 mesi di reclusione, al risarcimento della parte civile e delle spese processuali e ha riconosciuto la pericolosità sociale dell’uomo, applicando quindi la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di un anno. “Sono sentenze importanti – commenta Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che ricordano, ancor più in una giornata come oggi in cui si parla di violenza contro le donne, che le persone che maltrattano e uccidono gli animali sono persone socialmente pericolose ed è quindi bene che vengano riconosciute come tali e punite con il massimo della severità”.

I fatti 5 anni fa

Il fatto è avvenuto a Copertino il 1 dicembre 2017. La cagnolina, che era scappata dal finestrino della macchina del suo proprietario, è stata trovata dall’imputato e gettata al di là del cancello dentro il canile comunale di Copertino dove è stata rinvenuta morta. Le indagini dei Carabinieri di Copertino e l’esame dei fotogrammi video nei quali è stato ripreso l’uomo hanno portato all’individuazione del colpevole. L’Ente Nazionale Protezione Animali attraverso l’avvocato Enpa, Claudia Ricci e l'avvocato Vincenza Raganato di Enpa Rete Legale a Lecce si è poi costituita parte civile nel procedimento nei confronti dell’uomo, riconosciuto ora colpevole dal Tribunale di Lecce del reato di uccisione di animali.

“All’imputato – ha affermato Claudia Ricci – è stata riconosciuta anche la pericolosità sociale e per questo è stata applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di un anno con prescrizione di permanenza presso una comunità terapeutica e di affidamento ad un programma terapeutico, o con altre modalità e prescrizione da determinarsi a cura del Magistrato di Sorveglianza. Ritengo – continua Ricci - sia molto importante, che oltre ad applicare le misure di sicurezza in questo caso, vista la pericolosità sociale sia stato prescritto il contenimento del soggetto all'interno di una struttura ad hoc e l'applicazione di un programma terapeutico. Noi lo ricordiamo sempre: chi commette crudeltà sugli animali è una persona pericolosa per tutta la società”.

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Quotidiano Di Puglia