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Importavano patate dall'estero, in particolare dalla Francia, e poi, dopo averle lavate, le immergevano in vasconi contenenti terra rossa locale e le rivendevano come se fossero state prodotte in Salento.
Lo ha scoperto la Guardia di finanza di Gallipoli che ha sequestrato 33mila chili di patate per un valore di 56.000 euro.
Lo stratagemma
Le patate, del tipo Annabelle, dopo la procedura di lavaggio e immersione nella terra, venivano confezionate con un packaging ingannevole che poteva evocare l'origine salentina della merce.
Il plauso del ministro
"Un plauso alle donne e agli uomini della Guardia di Finanza di Gallipoli e dell'Ufficio Icqrf Italia sud-est per l'operazione congiunta che ha portato al sequestro di 33 tonnellate di patate, verosimilmente provenienti dall'estero, la cui tracciabilità sarebbe stata mascherata per venderle sul territorio nazionale come se fossero state coltivate nel Salento": così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, commenta in una nota l'attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Gallipoli e dagli ispettori del dipartimento dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Masaf - Ufficio Icqrf Italia Sud-Est, nei confronti di una società attiva nel basso Salento nel settore del commercio di frutta e ortaggi. "L'azione che portiamo avanti ogni giorno per il contrasto alle frodi e agli illeciti in ambito agroalimentare è fondamentale - prosegue il ministro - per tutelare chi acquista Made in Italy e i nostri produttori. Difendiamo le nostre eccellenze e la qualità che rappresentiamo nel mondo".
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