E' stata notificata in carcere a Marco Barba, 43 anni di Gallipoli, ex collaboratore di giustizia, l'ordinanza di custodia cautelare che lo accusa...
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Accuse che Rosalba Barba ha confermato appena due mesi fa, durante l’incidente probatorio con il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato, che si è svolto nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola alla presenza dello stesso Marco Barba.
In quell'occasione Rosalba Barba ha ricostruito le ultime ore di Lagraidi, da lei conosciuto con il nome di "Gianni": lei e il padre lo raggiunsero alla stazione ferroviaria di Lecce e insieme tornarono a Gallipoli per dirigersi verso il bosco che si raggiunge da via Gandhi, dalle parti del campo sportivo comunale. Lei rimase in macchina e passò il tempo consultando la sua pagina di Facebook, qualche minuto dopo il padre tornò sudato e trafelato.
Le ordinò di seguirlo per mostrarle il corpo senza vita di Gianni: «L’ho strangolato», le disse in quei frangenti. Perché? Perché era convinto che gli avesse rubato un pezzo di hashish.
Poi la fece avvicinare con la macchina per illuminare la zona con i fari. Seguì tutta la procedura per infilare il corpo nel bidone (in questi frangenti l’avrebbe costretta ad aiutarlo ed è per questo che Rosalba è indagata per concorso in occultamento di cadavere), scioglierlo nell’acido per poi nasconderlo nella vegetazione.
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Quotidiano Di Puglia