Abusi edilizi alla discoteca Le Cave di Gallipoli, assolti titolare e due dirigenti comunali

La discoteca Le Cave di Gallipoli
Assolti i tre imputati a processo per difendersi dall’accusa di avere consentito l’espansione della discoteca Le Cave di Gallipoli attraverso abusi edilizi ed abusi di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Assolti i tre imputati a processo per difendersi dall’accusa di avere consentito l’espansione della discoteca Le Cave di Gallipoli attraverso abusi edilizi ed abusi di ufficio. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Silvia Saracino e Valeria Fedele) hanno assolto Stefano Schirosi, 36 anni, del posto, nelle vesti di legale rappresentante della “Società Cave”; l’ex dirigente del settore Urbanistico, l’ingegnere Giuseppe Cataldi, 65 anni, del posto; e il collega Sergio Leone, 65 anni, di Taviano. Per l'assenza di responsabilità in merito alle contestazioni si erano pronunciati gli avvocati difensori Luigi Covella (difensore di Cataldi e Leone) e Francesco Legittimo (difensore di Schirosi).

Il dispositivo della sentenza emesso questo pomeriggio ha stabilito la prescrizione dell’accusa di abusi edilizi contestata a tutti gli imputati. Gli ingegneri Cataldi e Leone sono stati inoltre assolti dall'accusa di abuso di ufficio "perché il fatto non costituisce reato". Infine è stata dichiarata la prescrzione del reato di disturbo della queite pubblica contestato a Schirosi.

L’accusa rappresentata dal procuuratore aggiounto Elsa Valeria Mignone ha sostenuto che i lavori del 2012 riguardanti un’area di quasi 40mila metri quadrati, con un parcheggio per oltre 1.000 posti auto ed una capienza della discoteca di 3.000 persone, avrebbero in parte riguardato una zona agricola sottoposta a vincolo paesaggistico. «In assenza del prescritto permesso di costruire e dei nulla osta delle autorità preposte al vincolo, dovendosi ritenere tutti gli assensi rilasciati assolutamente illegittimi poiché inerenti ad interventi nuovi, di natura permanente e sempre più ingravescenti, in assenza di qualsivoglia valutazione delle autorità preposte ai vincoli sull’enorme complesso edilizio così generatosi, le circostanze riportate nel capo di imputazione ed articolate in aula dall’aggiunto Mignone durante la requisitoria».

Le Cave rappresentava insieme al Parco Gondar e allo stabilimento balneare Samsara, i luoghi di attrazione del turismo giovanile che aveva eletto Gallipoli capitale delle estati. I problemi rilevati dalla giustizia penale e da quella amministrativa hanno soppresso questo fenomeno sul presupposto che le attività di musica e di musica dal vivo si svolgessero in luoghi realizzati violando procedure e leggi.

 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia