Dipendenti della casa accoglienza licenziati per "giusta causa", il giudice: illegittimo. Reintegrate le lavoratrici

Dipendenti della casa accoglienza licenziati per "giusta causa", il giudice: illegittimo. Reintegrate le lavoratrici
Vengono licenziati per “giusta causa” ma i lavoratori si oppongono alla decisione della società ritenendo di essere stati allontanati per aver fatto valere i...

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Vengono licenziati per “giusta causa” ma i lavoratori si oppongono alla decisione della società ritenendo di essere stati allontanati per aver fatto valere i propri diritti sindacali e aver preteso quanto a loro dovuto in termini di retribuzione e riconoscimento contributivo. Il giudice del lavoro fa pendere la bilancia dalla loro parte dichiarando il licenziamento illegittimo anche alla luce di “indizi gravi precisi e concordanti rispetto alla presenza di una discriminazione di natura sindacale”.

Cosa è successo


È quanto accaduto nei giorni scorsi a due dipendenti di “Casa Accoglienza Soc. Coop Soc. Onlus”, società concessionaria di servizio pubblico relativo alla gestione della Casa di Riposo e Centro Diurno “Papa Giovanni XXIII” sito in Galatone e di competenza dall’Ambito Territoriale Sociale n. 3 di Nardò.
Il Tribunale di Lecce – Sez. Lavoro, nella persona del giudice del lavoro Amato Carbone, ha dichiarato il licenziamento illegittimo e discriminatorio in quanto effettuato a causa dell’affiliazione dei lavoratori all’O.S. UGL Terziario Lecce. Ha inoltre ordinato il reintegro delle due lavoratrici coinvolte nella vicenda oltre al pagamento delle dovute indennità. Per le due donne, difese, in giudizio, rispettivamente dall’Avv. Davide Salvatore Pierri e dall’Avv. Gaetano Rosafio è la fine di una lunga storia mentre su molti altri casi pendenti il Tribunale non si è ancora espresso.

La vicenda 


Tutto ha avuto in inizio alla fine del 2021 allorquando, alcuni lavoratori della concessionaria, assistiti da Maurizio Lezzi, Segretario provinciale UGL Terziario Lecce, avrebbero provato a far sentire la loro voce, anche organizzando un sit-in di protesta presso l’Ambito Territoriale Sociale n. 3 di Nardò, al fine di ottenere il pagamento di numerose retribuzioni mai percepite, il rispetto del contratto collettivo nazionale del lavoro applicabile e il versamento di contributi previdenziali e assistenziali.
Una protesta che cadde nel vuoto e che faceva seguito a molteplici iniziative giudiziali e stragiudiziali. Tutti gli iscritti alla UGL Terziario Lecce, con diversi provvedimenti, furono licenziati in tronco “per giusta causa” e senza preavviso. Un potere concesso all’azienda in caso di comportamento gravemente lesivo degli interessi aziendali da parte del dipendente.


La decisione del Tribunale di Lecce può essere considerato un primo passo verso la risoluzione di un’articolata vicenda che ad oggi coinvolge diversi lavoratori speranzosi di rientrare nel proprio posto di lavoro e che sono anche nella preoccupata “delle attesa” dei provvedimenti del Tribunale di Lecce utili al recupero proprie spettanze retributive (questioni per la quale sono in attesa di definizione di decine di giudizi). Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia