Ergastolo confermato in Appello anche per Franz Occhineri con l’accusa di aver partecipato all’uccisione a colpi di coltello e di pistola di Luca Greco e di...
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Duplice omicidio volontario, occultamento di cadavere, porto di pistola e di coltello, nonché l’incendio della Lancia Delta di Marino , le accuse che gli sono costate anche tre mesi di isolamento diurno.
Vittime Greco 38 anni, originario di Squinzano e residente a Campi Salentina. E Marino , 34 anni, di San Donaci (in provincia di Brindisi): scomparsi il 10 marzo di due anni fa e ritrovati dopo due mesi in una cisterna delle campagne fra Campi e Salice. Il dispositivo ha intanto ribadito che dovrà essere versata una provvisionale di 30mila euro ad ogni parente delle vittime costituitosi parte civile con gli avvocati Giuseppe Lefons (per Salvatore Marino , padre di Massimiliano, per la madre Annamaria Carrisi e per la sorella Immacolata: 900mila euro la richiesta) ed Elvia Belmonte (per la moglie di Greco, Maria Luisa Miceli ed i due figli, nonché per il fratello Cristian: un milione di euro, la richiesta) la quantificazione del danno in sede civile.
Respinta la richiesta di assoluzione e la ricostruzione fornita ieri mattina in due ore di arringa dall’avvocato difensore Antonio Savoia. Il legale dell’imputato 49enne di Campi, ha sostenuto per prima cosa la mancanza del movente: perché Occhineri avrebbe dovuto prendere parte ad un duplice omicidio, se l’unico motivo scatenante emerso nelle indagini e nel processo fu la gelosia del reoconfesso Mino Perrino, 37 anni, di Campi (ergastolo anche per lui e per Francesco Cippone, 39 anni, di Campi,)? Che c’entrava lui con i tentativi di Marino di sedurre la moglie di Perrino? Il difensore ha inoltre sostenuto che non ci fosse alcun elemento per ritenere che Occhineri
si trovasse nelle campagne di contrada Monticelli, fra Campi e San Donaci, nel primo pomeriggio di quella domenica del 10 marzo del 2013: Occhineri arrivò a casa di Perrino alle 15.51, se avesse partecipato al piano di ammazzare Greco e Marino sarebbe arrivato lì almeno due ore prima. Contribuì sì a nascondere i cadaveri, ha sottolineato il difensore ribadendo ciò che aveva sostenuto Occhineri nella confessione del 9 luglio del 2013. Ma non prese parte all’uccisione dei due amici.
Tte mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza figlia dell'inchiesta condotta dal pubblico ministero Giuseppe Capoccia (passato poi a dirigere la Procura di Crotone) ed in carabinieri del Nucleo investigativo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia