I soldi del traffico internazionale di droga reinvestiti in un'azienda nel Basso Salento: scatta il sequestro

I soldi del traffico internazionale di droga reinvestiti in un'azienda nel Basso Salento: scatta il sequestro
La Guardia di Finanza di Lecce ha sequestrato un'azienda di Taviano che opera nel settore della somministrazione di bevande perché, dalle indagini,...

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La Guardia di Finanza di Lecce ha sequestrato un'azienda di Taviano che opera nel settore della somministrazione di bevande perché, dalle indagini, è emerso che sarebbe nelle mani della criminalità organizzata. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento, richiesto sulla base del Codice Antimafia, è stato emesso dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, a carico di una persona ritenuta socialmente pericolosa, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.


Le indagini, condotte dal Gruppo Investigazioni criminalità organizzata del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Lecce, hanno dimostrato la riconducibilità dell'azienda a un cittadino di origine albanese, pressoché privo di reddito. I finanzieri hanno accertato come il nucleo familiare dell'uomo sia stato interessato nel tempo da un flusso di denaro (basti pensare alle spese relative all'avviamento dell'attività economica: costituzione, notaio, strumenti, materiali, locazioni), che non trova alcuna corrispondenza nei redditi dichiarati, neppure sufficienti al proprio sostentamento personale e che, pertanto, non può trovare altra giustificazione, se non come risultato di un'attività di reimpiego dei proventi dell'attività criminale. E nel corso delle perquisizioni dello scorso dicembre, che avevano riguardato lo stesso soggetto, i finanzieri hanno trovato e sequestrato anche 90mila euro in contanti.

Significativo in tal senso è stato il risultato di una perquisizione eseguita dai finanzieri del Gico: all'interno della stessa attività commerciale sono stati rinvenuti oltre 90mila euro in contanti, somma evidentemente non riconducibile all'attività di somministrazione di cibo e bevande. 

Il Tribunale di Lecce, in considerazione del fatto che i beni costituiscono il prodotto delle attività illecite poste in essere dal soggetto albanese nel corso degli anni, valutata la palese sproporzione tra le risorse reddituali (sue e dei suoi congiunti) ed il compendio patrimoniale ed accertato il suo continuo coinvolgimento in attività illecite produttive di reddito, ha disposto il sequestro di 2 conti correnti bancari e dell'attività commerciale, il cui valore complessivo è stato stimato in oltre 250mila euro. 


Tale misura è stata effettuata ai sensi del Codice Antimafia che prevede il sequestro, finalizzato alla confisca, dei beni riconducibili a quei soggetti caratterizzati da un'alta pericolosità sociale poiché ritenuti vicini ad ambienti malavitosi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia