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Diventò un caso nazionale a gennaio di due anni fa quella donna di Castrì di lecce accusata di aver finto di essere cieca per intascare 154mila euro di pensione di invalidità e di indennità di accompagnamento. Ma la cecità oltre ad essere vera e certificata è anche irreversibile. A questa conclusione è arrivato il pubblico ministero titolare del fascicolo che contestava la truffa aggravata ai danni dell’Inps, Francesca Miglietta. E per questo ha ottenuto l’archiviazione per M.P.C., 42 anni: il giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, ha accolto la richiesta condividendo i motivi e le conclusioni.
Sulla scorta della memoria depositata dall’avvocato difensore Antonio Savoia, il magistrato ha stabilito cose diverse da quelle indicate nell’informative dei carabinieri. Innanzitutto non è vero che la donna sia capace di svolgere da sola le normali attività quotidiane e che si muova senza alcuna difficoltà: le riprese effettuate nel corso delle indagini dimostrano invece – ha sottolineato il pubblico ministero – che M.P.C. venisse sempre accompagnata e guidata dalla sorella.
Infine le certificazioni mediche hanno trovato riscontro nella consulenza medica di parte della dottoressa Anna Paola Rossi.
Da indagata, dunque, M.P.C. è diventata vittima: cadde in depressione dopo la pubblicazione in televisione, sui siti e sui giornali della notizia che l’ha dipinta come una truffatrice senza scrupoli. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia