L'intervista/Pulito: «Dopo la seconda dose ho superato la paura di potermi contagiare»

L'intervista/Pulito: «Dopo la seconda dose ho superato la paura di potermi contagiare»
«Ho superato la paura di potermi contagiare». A distanza di 10 giorni dalla seconda dose del vaccino della Pfizer, il direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione...

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«Ho superato la paura di potermi contagiare». A distanza di 10 giorni dalla seconda dose del vaccino della Pfizer, il direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione del Dea-Fazzi, Giuseppe Pulito, racconta la sua avventura.


Direttore Pulito, ora è immunizzato?
«Sono passati dieci giorni dalla seconda dose, domani (oggi, ndr) farò il sierologico per vedere il valore delle immunoglobuline: questa è la prova del nove. Dovrei essere immunizzato. Ho aspettato che passasse la settimana fatidica».
Continua a utilizzare le misure di protezione per evitare il contagio?
«Certo. Ci sono comportamenti che sono ormai automatici e in ogni caso continuerò a utilizzare la mascherina sino a quando non si raggiungerà l'immunità di gregge e in ogni caso sarebbe difficile spiegare il mancato utilizzo. Porterò la mascherina anche per tutela degli altri perché potrei essere un portatore sano, tuttavia questo vaccino dà un'immunità anche delle immunoglobuline di tipo A, quelle delle mucose che ci proteggono da infezioni tipo faringite e altre. Sembra che anche queste siano stimolate dal vaccino e abbiano una selettività specifica nei confronti degli agenti virali. È una cosa interessante».
Ha avuto problemi dopo la somministrazione delle dosi?
«Noi rianimatori siamo stati tra i primi a essere vaccinati e l'abbiamo fatto tutti. Nessuno ha espresso dubbi eclatanti sulla vaccinazione. Chi contesta il vaccino, non ha contezza di quello che sta accadendo. Io non ho avuto nessun disturbo, ma nel gruppo della Rianimazione 50 medici e 150 infermieri il trenta per cento ha avuto effetti collaterali dopo la seconda dose: mal di testa, febbricola, dolori addominali. Sintomi lievi, ma fastidiosi».
Dopo la seconda dose si sente più sicuro rispetto alla possibilità di non contagiarsi?
«Sicuramente la paura di essere contagiato si è ridotta molto. L'altro giorno, ad esempio, è venuto in ambulatorio un paziente che è stato positivo al Covid e gli ho chiesto se aveva fatto il tampone. Mi ha detto che era risultato negativo, ma poteva essere anche un falso negativo e prima del vaccino avrei avuto qualche timore: ora no. Ho abbassato la guardia rispetto alla possibilità di contagio».
Sviluppare immunoglobuline immunizza, come mai ci sono recidive tra chi ha contratto il Covid?
«Bisognerebbe dosare le immunoglobuline di queste persone. C'è gente che ha le immunoglobuline bassissime».
È un rischio che si corre anche con il vaccino?
«No perché viene fatto il richiamo, la seconda dose. Anche chi ha avuto il Covid e ha le Igg alte, conviene fare un richiamo per avere una risposta immunitaria adeguata».
Ha fatto il vaccino con convinzione?
«Sì. Credo molto nell'arma vaccinale: ha salvato il mondo in tantissime situazioni e continuerà a salvarlo. Siamo noi che dobbiamo continuare a difenderci perché altre cure non ci sono. Pensiamo a quando Fleming inventò la penicillina e a quante persone sono state salvate. Poi oggi c'è una resistenza agli antibiotici, ma quando uscì il farmaco era vincente. Oggi non abbiamo un'arma di questo tipo che ci permetta di vincere sul virus. Nuove armi, oltre al vaccino, non ne abbiamo. Gli antivirali non funzionano, il plasma non funziona, gli anticorpi monoclonali non funzionano: tutto quello che abbiamo provato non è sufficiente a curare i malati di Covid. Dobbiamo fare leva su una serie di fattori che ci permetta di superare questa pandemia».
Sappiamo tutto di questo virus o deve essere ancora indagato?

«Va molto indagato. Pensiamo alla mortalità. Perché fra i giovani non è letale? Anche questa è una cosa da capire. C'è chi parla di difese immunitarie, ma non credo che sia determinante questo. Evidentemente c'è un'elettiva specifica che non conosciamo».
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Quotidiano Di Puglia