“Ho voluto bene a tutti e sempre. (…) È il giorno del Signore. Ed è bellissimo”. Cadeva di domenica, quel 18 aprile 1993, quando don Tonino Bello...
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Manifestò le ultime volontà sui propri (pochi) beni materiali, nel giorno più importante per la fede cristiana: la domenica. E lasciò per iscritto cinque disposizioni. La prima fu rivolta all’abitazione familiare di Alessano, nella quale volle che venisse costituito un “centro culturale per la promozione integrale della gioventù alessanese”. Il secondo pensiero andò alla libreria nel palazzo vescovile di Molfetta che volle regalare al seminario vescovile («eventuali doppioni delle pubblicazioni siano destinati al centro di cultura», scrisse). Inoltre, don Tonino volle donare ai fratelli Marcello e Trifone “tutte le carte personali e tutti gli oggetti di mia proprietà”, e la sua automobile alla “Casa” di accoglienza di Ruvo. Alla fine diede i proventi “dai diritti editoriali di tutte le pubblicazioni alla Pax Christi Nazionale”. Fine. Lasciò la scena sulla terra così, offrendo per il resto solo parole di riconoscimento.
Nella parte conclusiva del testamento aggiunse: «Ricordo tutti con gratitudine. Mi hanno riempito le mani di tanti mezzi e il cuore di tanto amore, che ho cercato di distribuire a tutti. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato e assistito con affetto e generosità, durante la mia malattia».
Due giorni dopo, il 20 aprile morì. E di lì a pochi anni le sue ultime volontà furono rispettate: il 26 settembre 1997 fu costituita la Fondazione “Don Tonino Bello”, riconosciuta anche dal Presidente della Repubblica, presso la casa natale di don Tonino come centro per la promozione della cultura, della pace, della non violenza, della solidarietà. Primo presidente della Fondazione divenne il professor Donato Valli, al quale dal 2010 subentrò il dottor Giancarlo Piccinni, entrambi soci fondatori. Da allora innumerevoli sono stati gli eventi di sviluppo della cultura promossi dall’ente. «La fondazione - dice il presidente Piccinni - in questi anni ha mantenuto viva la memoria di don Tonino, ma ancor più il suo messaggio profetico e la sua concreta testimonianza di amore e di solidarietà nelle comunità e in tutta la nazione, che egli ha amato in modo eroico».
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Quotidiano Di Puglia