Stare dietro uno schermo e sparare a zero. Forse qualcuno scambia il mondo del web come un luogo dove tutto è lecito e tutto rimane impunito. Ma davanti a un'offesa...
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Usando un linguaggio scurrile - una frase irripetibile - uno dei due soggetti in questione, nel commentare un editoriale condiviso sulla pagina Facebook del quotidiano on line Galatina.it sull'argomento raccolta differenziata dei rifiuti, ha invitato il sindaco e in particolare l'assessore Dettù a una sottomissione a sfondo sessuale, facendo allusioni a un animale.
Il secondo soggetto indicato nella querela, ispirato con ogni probabilità da queste parole, ha postato un'immagine, riprendendo la figura del suddetto animale. Una scelta che è apparsa volgare e lontana dall'intenzione satirica di cui il querelato ha sempre fregiato le proprie creazioni grafiche.
«Ci sono tematiche che accendono la cittadinanza con dubbi e perplessità, come può essere quella relativa all'ambiente e alla raccolta differenziata - spiega il primo cittadino di Galatina, Marcello Amante -. Ma dal non condividere una determinata azione, che questa amministrazione ha voluto intraprendere per sensibilizzare sulla materia, all'offesa diretta e personale sono stati saltati troppi passaggi e non è tollerabile un comportamento simile. Da uomo, da padre e ovviamente da sindaco non posso accettare che si arrivi a questo, soprattutto su un canale come quello dei social, che spesso addita buttando in un calderone di turpiloquio e ironia in cui tutto sembra concesso. La dignità deve essere difesa, di tutti. Tendo in generale a tacere sui commenti che hanno il mero scopo di denigrare, perché a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Ma in questo caso era necessario fare qualcosa di concreto ed è giusto che chi usa i mezzi della comunicazione per diffamare ne risponda nelle sedi opportune».
Per raggiungere obiettivi sempre più concreti nell'ambito della raccolta differenziata, l'amministrazione Amante sta applicando norme e controlli che obbligano la cittadinanza a un'attenzione sempre più puntuale sui propri rifiuti e sulle modalità del loro conferimento. La cosa ha acceso un po' di tensione, fino ad arrivare al caso estremo dell'offesa personale. «Denunciare questi episodi di diffamazione violenta e incontrollata - interviene l'assessore Dettù - significa dare un monito di riflessione e di legalità: riflessione sull'utilizzo delle parole, sul limite esistente tra il diritto di critica e l'offesa personale, che colpisce non solo il diretto interessato, ma anche le persone che gli sono vicine. Rivestire un ruolo pubblico non significa accettare forme di aggressione di qualunque tipo, né tantomeno giustificare comportamenti di tal genere. Allo stesso modo, denunciare è lo strumento che tutela chiunque contro qualsiasi lesione di un proprio diritto, confidando nel buon lavoro della giustizia». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia