Ci piace pensare che abbia scelto la spiaggia del Salento per riposarsi dal viaggio, trovandola silenziosa e accogliente. Ci piace pensare che tornerà e sapremo accoglierla...
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Sdraiato a prendere il sole, è stato poi disturbato da un gruppetto di persone – probabilmente là per una passeggiata – che lo hanno ripreso con i cellulari, vìolando la sua proverbiale timidezza. Il Centro recupero fauna di Calimera, in collaborazione con i carabinieri forestali e il Nucleo Biodiversità di San Cataldo, lo tenevano d’occhio da giorni, lungo tutta la costa salentina. E dopo le immagini che hanno fatto il giro dei social, hanno messo sull’avviso: «La popolazione – hanno scritto - è invitata a mantenere la massima discrezione per non arrecare disturbo all’animale. Se doveste avvistare la foca, non cercate di avvicinarla. Rimanete almeno a 50 metri di distanza. Contattate i Carabinieri Forestali al 1515 o la Capitaneria di Porto al 1530».
Ognuno, si sa, ha il suo carattere, anche la foca. «Schiva, predilige i luoghi silenziosi, deserti – spiega il professore Antonio Terlizzi, responsabile del laboratorio di Zoologia e Biologia marina dell’Università di Trieste -. Un avvistamento simile è certamente rarissimo: questa specie è a rischio estinzione, ne rimangono dai 5 ai 600 esemplari in tutto il Mediterraneo». A partire dagli anni Trenta, infatti, i pescatori – che la chiamavano anche “bue marino” - ne fecero strage: le foche cercavano di prendere il pesce dalle reti e vi rimanevano impigliate per sempre. «Per riprodursi - prosegue Terlizzi - ha bisogno di tratti di costa incontaminati, ha un periodo di gestazione lungo 12 mesi e fa un solo cucciolo all’anno: il ripopolamento, dunque, è molto, molto lento».
Per il Wwf, quella della foca «è una presenza straordinaria nei nostri mari, a dispetto del degrado e dell’intollerabile presenza di plastica» commenta il presidente dell’associazione ambientalista, Vittorio De Vitis. «La presenza del cucciolo - aggiunge - incoraggi tutti a prendersi costantemente cura del mare». Perché oggi, la piccola foca potrebbe essersi fermata solo a rifiatare prima di raggiungere le colonie che si vanno formando nelle isolate spiagge della Grecia e dell’Albania, in zona Karaburun. Ma chissà che un giorno, quando avremo imparato a prenderci cura del nostro mare, non vorrà fermarsi qui. Facciamole posto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia