Lecce, operazione cardiaca con approccio ibrido al Fazzi: l'uomo è stato dimesso

Lecce, operazione cardiaca con approccio ibrido al Fazzi: l'uomo è stato dimesso
Un intervento innovativo quanto delicato è stato eseguito presso l’unità di cardiologia Interventistica del Vito Fazzi di Lecce. Un’operazione complessa...

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Un intervento innovativo quanto delicato è stato eseguito presso l’unità di cardiologia Interventistica del Vito Fazzi di Lecce. Un’operazione complessa in cui l'Heart team si è avvalso dell'approccio ibrido, che prevede la condivisione allo stesso momento di tecniche chirurgiche e percutanee, ed ha salvato la vita ad un paziente di 66 anni.

L'INTERVENTO

L’uomo è stato sottoposto ad impianto di protesi aortica e angioplastica delle arterie coronarie mediante l’approccio arterioso transfemorale bilaterale dopo esposizione chirurgica dei vasi. Una metodologia che ha consentito di ridurre il rischio del trauma operatorio per un soggetto con patologie associate, aumentando di contro le possibilità di riuscita e ripresa.

Il sessantaseienne, già affetto di cardiopatia ischemica, sottoposto a by-pass aortocoronarico nel 2015, e con diagnosi di valvulopatia aortica con stenosi di grado severo e insufficienza mitralica severa, era stato ricoverato, il 24 febbraio, nel reparto di cardiochirurgia diretto dal dottor Salvatore Zaccaria, con sintomi di dispnea ed astenia al fine di una valutazione pre-operatoria. L’esame coronarografico, eseguito il giorno successivo, aveva evidenziato diversi problemi tra cui un grave malfunzionamento dei by-pass; dopo la procedura inoltre le sue condizioni si erano aggravate richiedendo il ricovero in terapia intensiva.

Dopo un paio di giorni di osservazione il team medico ha dunque escluso l’ipotesi chirurgica di nuovo by-pass, sostituzione di valvola aortica e riparazione valvola mitralica, a causa dell’elevato rischio operatorio. In un secondo momento è stata esclusa anche l’opzione esclusivamente percutanea di angioplastica e sostituzione della valvola aortica, dopo averne valutato l’elevato rischio procedurale.

L'equipe ha dunque ipotizzato l’approccio integrato ibrido per eseguire un intervento percutaneo assistito dal supporto cardiochirurgico e cardioanestesiologico. Dopo la stabilizzazione farmacologica, non potendo usufruire di una sala ibrida, il paziente è stato trasferito nella sala angiografica, del reparto diretto dal dottor Giuseppe Colonna, ed operato da un'equipe multidisciplinare di cardiologi interventisti, cardiochirurghi, cardioanestesisti, perfusionisti, infermieri di sala angiografica e di cardiochirurgia.

Preventivamente inoltre è stato predisposto per essere sottoposto a circolazione extracorporea di back-up da utilizzare in caso di complicanze o difficoltà con la procedura. Un lavoro di squadra che ha portato risultato: nei giorni successivi si è registrato un graduale miglioramento tanto da consentirne le dimissioni in discrete condizioni generali e il ricovero in un centro riabilitativo.

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Quotidiano Di Puglia