«Non opera in prima linea nell'emergenza»: l'Asl revoca le indennità Covid al personale del 118

«Non opera in prima linea nell'emergenza»: l'Asl revoca le indennità Covid al personale del 118
Circa 130 euro in meno in busta paga per gli operatori del 118 a cui è stata bloccata l'indennità Covid. La decisione è dell'Asl Lecce che, lo scorso...

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Circa 130 euro in meno in busta paga per gli operatori del 118 a cui è stata bloccata l'indennità Covid. La decisione è dell'Asl Lecce che, lo scorso febbraio, l'aveva riconosciuta in modo retroattivo a partire da ottobre scorso. Motivo: gli operatori del 118 non sarebbero in prima linea con gli operatori che prestano servizio nei reparti Covid.

 

Lo stop della Regione


Alcuni giorni fa, però, il Dipartimento salute della Regione Puglia ha stoppato tutto perché «l'estensione delle platee dei destinatari dell'indennità in parola, tuttavia, non rientra nella competenze delle Direzioni generali delle Aziende ad Enti del SSR, bensì rappresenta specifica materia di confronto sindacale in sede regionale». E già. Il riconoscimento dell'indennità è frutto di un confronto sindacale che è regolarmente avvenuto, ma a livello locale, mentre la Regione rivendica la sua competenza sulla questione.
Il passo successivo? La direzione generale dell'Asl Lecce ha bloccato, in autotutela, l'erogazione delle somme comunicando ai vertici delle strutture sanitarie che «nelle more di ricevere ulteriori indicazioni regionali in materia, questa direzione strategica ritiene indispensabile sospendere l'efficacia di quanto disposto con la nota 25528 del 16 febbraio 2021». Il riferimento è «all'estensione, a decorrere da ottobre 2020» dell'indennità prevista dal contratto di lavoro con riferimento «al personale del comparto Seus 118 direttamente impegnato nelle attività di contrasto all'emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del Covid-19». E, ovviamente, l'Asl si riserva «di procedere al recupero delle somme già erogate a tale titolo».
Tanta l'amarezza degli operatori del 118 che si vedono privati di somme riconosciute a fronte di un effettivo rischio, ma intanto i sindacati si sono già mossi avanzando una critica netta alla Regione per lo stop imposto alla Asl di Lecce: l'incontro è fissato per il prossimo 11 maggio.

 

I sindacati sul piede di guerra


Da un fronte all'altro. Sindacati sul piede di guerra per il completamento delle stabilizzazioni. Fumata nera ieri per gli operatori socio-sanitari precari: 9 di loro rimangono fuori dalla stabilizzazione, mentre il dg Rodolfo Rollo ha ricevuto il via libera da Bari per completare l'iter per i 100 ancora in attesa e riguardanti vari profili professionali.
Nella mattinata di ieri la protesta sindacale è culminata in un sit in e poi in un confronto via web con il direttore generale dell'Asl Lecce, Rollo, a cui ha partecipato anche il direttore amministrativo Antonio Pastore. Sono già partiti i ricorsi da parte degli operatori socio sanitari tagliati fuori dalla stabilizzazione e i sindacati non intendono mollare. «Al 31 marzo ci sono persone, oltre agli Oss precari, che hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione insiste Antonio Tarantino, segretario provinciale Uil Fpl e non essendoci concorsi in atto per quei profili non capisco perché non sono immessi in ruolo. Non voglio avere sulla coscienza il destino professionale di circa 30 persone. Stiamo pianificando la protesta: ci faremo sentire».
Il segretario della Fsi-Usae, Francesco Perrone, si dice soddisfatto per lo sblocco delle stabilizzazioni, ma richiama l'attenzione sugli Oss: «Il direttore generale ha comunicato che la Regione ha dato il via libera all'adozione della delibera di stabilizzazione del personale precario con i requisiti richiesti alla data del 31 dicembre scorso di tutti i profili professionali ad eccetto degli Operatori Socio Sanitari in attesa di ulteriori indicazioni future della Regione Puglia. I ricorsi sono già partiti e non abbassiamo la guardia».


Matassa, dunque, difficile da sbrogliare. Antonio Piccinno, coordinatore Cisl Fp sanità Lecce, spiega: «Era un atto dovuto che la direzione generale confermasse la stabilizzazione con decorrenza dal primo aprile del personale a tempo determinato che ha maturato i requisiti». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia