Tre anni e mezzo di reclusione alla maestra della scuola Materna accusata di aver picchiato, maltrattato ed insultato i bambini seguiti nel 2012 negli istituti di Surbo e...
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Il giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Maddalena Torelli, ha condannato Rosa Perrone, 55 anni, di Lecce, con le accuse violenza privata ed anche di maltrattamenti nei confronti di fanciulli, aggravati dalla qualità di incaricato di pubblico servizio.
L'assoluzione ed in subordine la derubricazione in abuso dei mezzi di correzione, è stata chiesta dagli avvocati difensori Antonio Savoia e Marco Pezzuto
Nel merito delle accuse, il magistrato ordinario in tirocinio (mot) Francesco Ciardo, affiancato dal titolare del fascicolo, Roberta Licci, aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione e ed a cinque anni di interdizione dall'insegnamento. I rappresentanti della Procura hanno sostenuto nella scorsa udienza che i fatti e le circostanze ravvisati dall’inchiesta abbiano poi trovato conferma nel processo. Con le testimonianze della dirigente scolastiche, delle altre insegnanti, degli addetti alla mensa. Ed anche con i ricordi dei genitori su quanto raccontarono i loro bimbi della maestra Perrone.
Provato - secondo l'accusa - che la maestra imputata avesse avuto comportamenti inadeguati in generale ed in particolare tenuto conto che avesse a che fare con bambini di tre-quattro anni: come quella volta che rimproverò aspramente un bimbo a cui cadde a terra una polpetta. E lo avrebbe costretto a prenderla ed a mangiarla, dopo avergli tirato un pugno in testa con le nocche. Quell’altra volta che punse la mano di un altro bambino con una matita, facendolo sanguinare. E tutte le volte che, in dialetto, li avrebbe coperti di insulti ed umiliazioni.
Tre famiglie dei bambini si sono costituitesi parte civile con gli avvocati Ester Nemola, Giuseppe Lefons e Salvatore Arnesano. L'imputata è stata condannata a risarcire due famiglie con 12mila euro a testa, il Miur con 10mila euro, nonchè la terza famiglia con 15mila euro in solido con il Miur. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia