Corteo non autorizzato, leader No Tap e altri 13 a rischio processo

Corteo non autorizzato, leader No Tap e altri 13 a rischio processo
LECCE – Manifestanti a rischio processo. La Procura di Lecce, infatti, ha notificato a 14 attivisti “No Tap” l'avviso di conclusione delle indagini...

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LECCE – Manifestanti a rischio processo. La Procura di Lecce, infatti, ha notificato a 14 attivisti “No Tap” l'avviso di conclusione delle indagini preliminari relativo ad una manifestazione pubblica non autorizzata svoltasi a Lecce lo scorso 19 novembre, in risposta all'istituzione da parte del Prefetto di Lecce a Melendugno della cosiddetta “zona rossa”, all'interno della quale sono in corso i lavori per la costruzione di parte del gasdotto. Tra i destinatari dell'avviso, c'è Gianluca Maggiore, coordinatore del Movimento anti Tap che si oppone alla realizzazione a San Foca di Melendugno del terminale del gasdotto Tap, in corso d'opera nella vicina San Basilio. Nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari è contestato «l'aver partecipato ed aver preso parola, in concorso fra loro, pur essendo a conoscenza dell'omesso preavviso al questore, alla riunione pubblica non autorizzata, finalizzata a manifestazioni di protesta contro il gasdotto Tap, espresse con modalità di corteo dinamico avente in testa due striscioni recanti la scritta: “Contro tutte le nocività-no Tap- né qui né altrove”; “Contro Tap blocchiamo tutto”, ed attuando numerosi blocchi della circolazione veicolare in vie del centro cittadino». Prime reazioni, in attesa di capire se l'atto formale sfocerà nella richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura: «Mentre l'Azerbaijan (da dove partirà il gasdotto che arriverà in Puglia, ndr) viene condannato dal Cedu per l'arresto illegale di attivisti - commenta polemico Gianluca Maggiore - in una provincia dello stato caucasico, la provincia di Lecce, continuano le violazioni dei diritti fondamentali ai danni della cittadinanza. Mi difenderò in tutte le sedi opportune insieme ai compagni colpiti, contro chi ci accusa che prendere la parola è reato».
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Quotidiano Di Puglia