Comune sciolto per mafia, ex sindaco assolto dall'accusa di avere favorito il clan Amato

Il Palazzo di Giustizia di Lecce
Assolto l'ex sindaco di Scorrano, Guido Stefanelli, dall'accusa di concorso esterno nell'associazione mafiosa guidata da Antonio Amato che comportò lo...

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Assolto l'ex sindaco di Scorrano, Guido Stefanelli, dall'accusa di concorso esterno nell'associazione mafiosa guidata da Antonio Amato che comportò lo scioglimento dell'amministrazione del Comune del Salento per pericoloso di infiltrazione e di condizionamenti del clan. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Lecce, Laura Liguori, ha accolto le sistanze degli avvocati difensori Francesco Vergine e Luigi Corvaglia, respingendo la richiesta di condannare Stefanelli ad otto anni di reclusione presentata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco applicata alla Procura antimafia: fatto non sussiste, ha stabilito il giudice nel dispositivo della sentenza. 

L'operazione "Tornado"

All’origine dell'imputazione c’è l’operazione “Tornado” del giugno del 2019, che portò all’arresto da parte dei carabinieri di Maglie di 30 membri del clan Amato, riconducibile alla Sacra Corona Unita. Le indagini avevano evidenziato l’esistenza di un accordo tra alcuni affiliati al clan e l’allora sindaco Guido Stefanelli, che in quell’inchiesta era stato indagato senza alcuna misura limitative della libertà personale.

 

Appalti e servizi

Secondo l'imputazione provvisoria di allora, i membri del clan lo avrebbero sostenuto alle elezioni che poi lo videro eletto nel 2017, mentre lui avrebbe ricambiato il sostegno con l’aggiudicazione di appalti e servizi. In ballo c’era anche l’affidamento della gestione del parco “La Favorita” con chiosco bar e la gestione dei parcheggi a pagamento in corso di realizzazione nella zona dell’ospedale, vicino al campo sportivo e in piazza.

 

Ritorsioni

L'ex sindaco Stefanelli si era sempre proclamato estraneo ai fatti, ed in effetti né l’affidamento dei parcheggi né la gestione del parco andarono in porto. Cosa che, però, costò al sindaco la rabbia dei sodali, i quali in un’occasione lo minacciarono puntandogli contro una pistola e in un’altra fecero esplodere un grosso petardo contro la sua abitazione. Episodi gravi, che però il primo cittadino non denunciò. Stefanelli aveva concordato coni suoi legali di essere giudicato con il rito abbreviato, cioè in base alle prove documentali presentate da accusa e difesa.

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Quotidiano Di Puglia