Cambio di destinazione d'uso, il Tar mette alle strette Palazzo Carafa: «Piano particolareggiato entro 60 giorni o nomina di un commissario». Ma il Comune è...
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Secondo l'attuale regolamentazione urbanistica, infatti, all'interno delle varie zone antiche della città possono ottenere il via libera alla somministrazione di cibo e bevande solo gli operatori in grado di dimostrare che nel proprio esercizio quella particolare attività era esercitata prima di tale data, individuando il Piano particolareggiato quale unico strumento a cui è affidata la possibilità di ridisegnare i criteri per la concessione di nuove destinazioni d'uso.
A seguito di una prima diffida, la titolare del Saloon Keeper 1933, assistita dall'avvocato Saverio Sticchi Damiani, ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo per chiedere l'accertamento dell'obbligo del governo cittadino ad avviare l'iter di approvazione del Piano. E i giudici le hanno dato ragione. Adesso il Comune ha 60 giorni per completare il piano. In caso contrario si procederà con la nomina di un commissario ad acta. «Questa sentenza traccia un percorso importante e stimola l'amministrazione a compiere un passo che ormai si attende da tempo aggiunge il legale Saverio Sticchi Damiani -. Sarebbe un peccato che la realizzazione di uno strumento così importante fosse affidata a un commissario».
Adesso la parola passa al Comune che potrebbe decidere di appellarsi al Consiglio di Stato. «Si valuta ogni cosa ma la priorità è rispondere alle esigenze mutate del commercio». A commentare la sentenza è l'assessore Rita Miglietta, alla guida del settore Urbanistica che da tempo è impegnato con la redazione del particolare strumento di pianificazione, indispensabile per mettere ordine nell'area intorno all'Ovale, con regole chiare e valide tutti. «Il tema della mancata redazione dei Piani particolareggiati attraversa molte città italiane. Molte volte all'approvazione dei Prg non ha fatto seguito quella dei Piani particolareggiati. L'amministrazione sta lavorando da tempo a un provvedimento che consenta di adeguare le norme tecniche di attuazione del Prg alle innovazioni introdotte dal testo unico dell'edilizia anche in ragione di una mutata condizione del commercio che è sempre più ibrido e meno settorializzato. L'emergenza sanitaria ha rallentato i lavori che non hanno consentito di accelerare su provvedimenti di programmazione straordinaria dentro il tempo delle attività essenziali. Facciamo i conti con un ritardo che non avremmo voluto ereditare, ma non mancheremo, specie in questo difficilissimo momento, di dare le risposte necessarie al commercio della nostra città». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia