I chioschi nelle marine ci saranno. Sei invece di sette, ma dopo una lunga discussione Palazzo Carafa incassa il sì dell’aula, al netto dell’opposizione e avvia...
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Si tratta di strutture amovibili «dotate di bagni chimici e di serbatoi» per l’uso dell’acqua visto che potranno essere destinati anche alla somministrazione. Sei e non sette, è l’effetto di due emendamenti presentati alla delibera a firma del consigliere di Forza Italia Gianpaolo Scorrano che ha chiesto di eliminare dalla delibera di individuazione delle aree «quella nei pressi della rotonda - ha commentato - perché la proprietà è dell’agenzia del Demanio».
Con il secondo emendamento dunque il consigliere ha chiesto che le aree su cui far posizionare i chioschi diventassero sei e non sette. Col terzo emendamento ha chiesto che nel corpo della delibera venisse meglio esplicitato che i «chioschi dovessero essere concessi a seguito di evidenza pubblica».
Non è mancata la discussione per la delibera che già la scorsa settimana era stata ritirata. Per il consigliere di Lecce città Pubblica Carlo Salvemini «in assenza di un piano del commercio non possono essere rilasciate concessioni né tantomeno in assenza del Piano delle Coste che non regola solamente il rilascio delle concessioni balneari ma anche il commercio nelle aree marine», invitando l’amministrazione a ritirare nuovamente il provvedimento. Mentre l’emendamento presentanto a firma congiunta Salvemini-Saverio Citraro che prevedeva che decadesse la concessione nel momento in cui fosse entrato in vigore il piano del commercio, è passato con la modifica apportata dal consigliere Gianni Garrisi. “Qualora il piano del commercio non dovesse prevedere la localizzazione di quelle aree, verrebbe a cadere la concessione”. Un piccolo cavillo, secondo qualcuno, per mantenere in piedi la concessione data.
Sull’assenza del piano del Commercio è intervenuto anche il gruppo di Lecce 2017. «Un provvedimento privo del principio di programmazione - ha dichiarato Damiano D’Autilia - e che quasi certamente non può avere effetto immediato. Perché allora non inserirlo nel piano del commercio? Nello spirito siamo d’accordo - dichiara - ma andare in deroga al piano significa sancire il fallimento dello stesso strumento».
Ad assicurare che il secondo stralcio del piano del commercio è già stato avviato, il sindaco Paolo Perrone: «Esiste una città che cresce in maniera alternata con le marine vuote e stiamo cercando in maniera minimale di intervenire. Non sostenere questa attività significa sabotare l’iniziativa». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia