Centro procreazione, rischio stop: le coppie diffidano l'Asl

Centro procreazione, rischio stop: le coppie diffidano l'Asl
A rischio le prestazioni sanitarie del centro di Procreazione medica assistita presso l'ex ospedale San Giuseppe - Sambiasi di Nardò. Il presidio territoriale rischia...

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A rischio le prestazioni sanitarie del centro di Procreazione medica assistita presso l'ex ospedale San Giuseppe - Sambiasi di Nardò. Il presidio territoriale rischia di perdere il suo fiore all'occhiello e per 50 coppie la prospettiva dell'interruzione delle prestazioni. Questa la situazione che, a quanto pare, si prospetta a seguito della decisione da parte dei vertici della Asl leccese di vietare le prestazioni di II Livello di Pma presso il centro del Sambiasi.

A quanto è dato sapere, infatti, nel centro neritino sarebbe stato vietato l'utilizzo delle tecniche di fecondazione in vitro e trasferimento dell'embrione (Fivet); iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (Icsi); prelievo testicolare dei gameti (prelievo percutaneo o biopsiatesticolare); eventuale crioconservazione di gameti maschili e femminili ed embrioni (nei limiti delle normative vigenti).

Una evenienza che comporterebbe rilevanti danni, economici ma soprattutto psicologici, alle oltre 150 coppie in attesa a Nardò, 50 delle quali già in cura da almeno un anno, nei giorni scorsi hanno deciso di dare mandato all'avvocato neritino Stefano Martina (che agisce anche come membro dell'Osservatorio nazionale giuridico della Società italiana di riproduzione umana) affinché diffidasse la Asl nel proseguire con tale condotta.
Per le coppie i danni sarebbero rilevanti, considerato che il centro di Procreazione medica assistita più vicino si trova a Conversano e che già a Nardò si registrerebbe una lista d'attesa di almeno 6 mesi. Ancora più gravi sarebbero i risvolti psicologici per le coppie che, proprio per la delicatezza della situazione, devono affrontare un lungo percorso anche psicologico per usufruire della Procreazione medica assistita.


Le tecniche di Pma consistono in una pluralità di metodiche a diverso grado di invasività, complessità e contenuto tecnologico, finalizzate al trattamento dell'infertilità di coppia. Tali tecniche vanno inserite in un corretto processo diagnostico e terapeutico che abbia previamente attentamente valutato la possibilità di una fecondazione spontanea, l'età della donna e la durata dell'infertilità nonché la persistenza di insuccessi nell'applicazione di idonee procedure diagnostiche e terapeutiche medico-chirurgiche. La sanità neritina, quindi, rischia di perdere anche il centro di Pma, che rappresenta un vero e proprio punto di eccellenza per le coppie (provenienti anche da fuori regione) che hanno problemi di fertilità. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia