Case vacanza, truffe dietro l'angolo: ecco come difendersi

Una panoramica di Gallipoli
Puzza di truffa on line? La parola d’ordine è prevenire, perché dopo sarà difficile recuperare il danaro perso e godersi le ferie. ...

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Puzza di truffa on line? La parola d’ordine è prevenire, perché dopo sarà difficile recuperare il danaro perso e godersi le ferie.

Il business dell’affitto di case vacanza è diventato un must per tutti coloro che vogliono risparmiare sulle commissioni delle classiche agenzie immobiliari fisiche e che magari vogliono prenotare last minute. Ma bisogna munirsi di una buona conoscenza degli strumenti informatici per prenotare in tutta sicurezza: la cronaca degli ultimi anni – e Gallipoli è una delle mete più ambite – è piena di furbetti della casa vacanza, spesso inesistente o occupata da altri legittimi affittuari.
A delineare il quadro della truffa perfetta, con annesso vademecum del bravo turista fai da te, è Alessandro Presicce, presidente dell’associazione dei consumatori Adoc di Lecce.
«Che si tratti di una casa vacanza o di un appartamento in città, le modalità di messa in atto del raggiro sono le stesse e accadono dovunque – spiega Presicce – I truffatori prelevano foto e informazioni da un portale immobiliare e inseriscono quei dati in un altro sito, spacciandosi per proprietari o intermediari di quell’immobile».
 
«Anche i portali web più famosi e pubblicizzati possono nascondere l’insidia - continua Presicce - perché non è loro compito verificare che chi si registra sia in buona fede. La prima cosa che deve destare sospetto è che la persona contattata affermi di vivere all’estero e che farà visionare l’appartamento, dando mandato a terzi, solo se l’interessato verserà il 30% del prezzo complessivo pattuito, oppure 2 mensilità. Inoltre, conviene farsi richiamare dal sedicente proprietario, in modo da memorizzare il numero e poi inserirlo nella ricerca Google: i forum dei truffati non perdonano e segnalano tutti quei numeri che appartengono a soggetti poco raccomandabili. Si può verificare la provenienza delle immagini relative alla casa che ci interessa: sempre su Google, basta andare su “Immagini”, cliccare sull’icona “Ricerca per immagini” e caricare la foto che ci interessa. La ricerca ci dirà se l’immagine è presente su altri siti e da lì si possono incrociare le identità di chi affitta la stessa casa. Inoltre, chiedere sempre l’indirizzo preciso della villetta e cercare con Google Street View se su quella via compare effettivamente l’immobile. Altro elemento che fa suonare il campanello d’allarme è che il locatore vi chieda di versare il danaro sulla carta Poste Pay, o Western Union o Moneygram, che sono strumenti di pagamento non tracciabili: chi riceve le somme tramite queste carte può sparire per sempre dalle vostre vite senza lasciare traccia».

E se la frittata è stata fatta, ormai, e abbiamo capito di essere stati gabbati sul web? «In quel caso la Procura dovrebbe effettuare una rogatoria internazionale alla Microsoft, con cui chiedere l’indirizzo IP (che indentifica il computer da cui sono partite le mail): solitamente, infatti, i truffatori rimandano a server internazionali per non farsi scoprire. Ma difficilmente la Procura lo farà, sia per l’esiguità delle somme rubate rispetto al lavoro richiesto, sia per la mole di lavoro di cui sono oberati». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia