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Dopo cinque giorni di ricerche, nel primo pomeriggio i sommozzatori hanno rintracciato un cadavere nelle acque del fiume Ticino, in provincia di Pavia. Il corpo potrebbe essere quello di Filippo Incarbone, il 49enne autista leccese dato a lungo per disperso prima di scoprire che venisse brutalmente ucciso nei primi giorni di gennaio.
Il ritrovamento dei resti umani è avvenuto a circa tre chilometri di distanza dal punto in cui sarebbe stato gettato il corpo del leccese da Michael Mangano e Gianluca Iacullo, di 31 e 44 anni, entrambi di Vigevano, fermati per omicidio e occultamento di cadavere.
Ancora nessuna traccia dell’arma del delitto, una “mazzetta”, ovvero un attrezzo da muratore, con cui la vittima sarebbe stata colpita dopo essere stata picchiata dai due indagati con calci e pugni. Secondo gli investigatori, il movente del brutale delitto sarebbe un consistente debito di droga del 49enne leccese. Dopo l’omicidio, un testimone avrebbe poi visto Mangano e Iacullo caricare il cadavere di Incarbone in un’auto per poi disfarsene gettandolo nel Ticino, dove negli ultimi giorni si sono concentrate le ricerche.
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