Bullismo, primo confronto nella scuola leccese

Bullismo, primo confronto nella scuola leccese
Primo confronto fra lo studente e quel gruppo di compagni di classe che lo avrebbero isolato, malmenato ed umiliato. Fra la vittima ed i “bulli”. E fra i rispettivi...

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Primo confronto fra lo studente e quel gruppo di compagni di classe che lo avrebbero isolato, malmenato ed umiliato. Fra la vittima ed i “bulli”. E fra i rispettivi genitori. Consiglio di classe questo pomeriggio alle 16.30 nell’istituto Tecnico Industriale “Fermi” di Lecce. Per parlare e discutere sul caso diventato di interesse nazionale, dopo la diffusione del video in cui uno studente di questa scuola spinge verso la lavagna un compagno di classe impaurito. E lo prende a calci.

Il “Fermi” al centro di un caso etichettato come bullismo, dopo la diffusione della notizia che la madre della vittima abbia presentato un esposto in Procura e che dei contenuti abbia informato anche la scuola.
Ed oggi le parti coinvolte, vittima, aggressori, semplici spettatori, come pure gli insegnanti, si confronteranno nel consiglio di classe. Chiederà di partecipare anche il legale della madre, l’avvocato Giovanni Montagna, per sottolineare le ragioni della scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Le scuse sono quelle chieste dal ragazzo che nel video compare mentre imbraccia la sedia come un domatore di leoni. Le ha chieste nella chat della classe, dopo l’effetto della diffusione mediatica del video e del caso: “Ragazzi, chiediamo scusa tutti. Aiutatemi”. Di questo messaggio è venuto al corrente il dirigente scolastico Giuseppe Russo. Ignara di tutto la madre del ragazzo, come ha ricordato quando è stata interpellata da “Porta a Porta”. Sarebbe pronta a perdonare l’aggressore del video e gli altri componenti di quel “branco” che avrebbe umiliato il figlio dall’inizio dell’anno? No. Non sembra affatto questa l’intenzione. Perché vuole andare a fondo per capire cosa sia successo e come sia stato possibile che il figlio non abbia trovato aiuti nei compagni di classe e nei professori, in tutti questi mesi.

A ciò serviranno le due inchieste aperte dalla Procura ordinaria e dalla Procura per i minorenni: maltrattamenti, l’ipotesi di reato. Ed a ciò serve l’integrazione di denuncia presentata ieri mattina dall’avvocato Montagna per chiedere l’ascolto del ragazzo: ascolto protetto o incidente probatorio, saranno i magistrati a stabilirlo. Il legale e la madre intanto, hanno interpellato nuovamente l’autorità giudiziaria facendo presente la necessità di dare presto per sentire il ragazzo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia