Arrivano le telecamere “intelligenti” sulla statale Brindisi-Lecce. E un servizio di controllo del territorio più esteso, per prevenire - per quanto possibile -...
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Due i punti fermi dell’incontro di ieri: da un lato la necessità di ampliare la vigilanza sul territorio. Occhi elettronici che si aggiungeranno a quelli degli operatori delle forze dell’ordine. Una sorta di “Grande fratello” orwelliano sulla statale 613: telecamere che utilizzano il sistema della lettura intelligente delle targhe. Questo consentirà, nelle intenzioni delle prefetture coinvolte, di diramare in tempo reale un “alert” ai presidi di polizia più vicini, nel caso in cui la telecamera dovesse inquadrare una targa relativa a un’auto sospetta. Il programma prevede di iniziare con il tratto di strada che collega Lecce a Brindisi, attraverso i rispettivi progetti Pon Legalità relativi alle due aree industriali dei capoluoghi. Ma la speranza è di poter estendere la vigilanza anche a tutto il territorio regionale. Dalla prefettura di Brindisi spiegano che «saranno interessati sia l’Anas che la Regione Puglia, al fine di concorrere all’apprestamento tecnologico in questione, al fine di coprire la più ampia parte del tratto stradale, possibilmente intervenendo anche nelle province di Bari, Taranto e Foggia».
Non è tutto: sulla Lecce-Brindisi e sulla Brindisi-Bari si alzeranno sempre più spesso in volo gli elicotteri di carabinieri, polizia e Guardia di finanza. Un controllo dall’alto che permetterà di avere un quadro completo del territorio.
Tutte le attività di controllo saranno portate avanti attraverso una operazione di coordinamento condivisa delle operazioni e delle informazioni a disposizione: «È stata condivisa - è emerso nel corso della riunione - la necessità di costituire un circuito informativo condiviso tra le forze dell’ordine che possa mettere a fattore comune le notizie relative ai fatti criminosi di specifico interesse, nonché potenziare l’attività info-investigativa volta a prevenire e reprimere le rapine e, più in generale, i reati più significativi».
Restano sullo sfondo, per il momento, gli istituti di vigilanza. Da un lato perché ieri non hanno partecipato al vertice (verranno chiamati a stretto giro anche per valutare l’adeguatezza dei mezzi, in termini di dispositivi tecnologici in dotazione), dall’altro perché la riunione ha prodotto un punto fermo: nessuna scorta armata verrà garantita ai furgoni portavalori da parte delle forze di polizia. L’ipotesi di esporre ad ulteriori rischi agenti e militari non è contemplata. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia