Al Rione Casermette di Lecce non si vede più un gatto, per strada: sono spariti tutti. Due di essi hanno fatto purtroppo una brutta fine certificata, nel senso che sono...
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L'allarme, l'altro ieri sera, lo ha lanciato via facebook Andrea Guido: «Prestate massima attenzione - ha scritto il consigliere comunale sul suo profilo - sono stati ritrovati bocconi avvelenati in piazzetta Lucio Battisti, via Domenico Modugno, via degli Olita, via Meucci, piazzetta Bellini e via Raffaele Protopapa».
L'idea, probabilmente più che motivata e non nuova, purtroppo è che ci sia in azione un ignoto (e psicopatico) angelo della morte che si accanisce appunto contro gli animali, perché i residenti del quartiere avrebbero ritrovato in più occasioni per strada polpette avvelenate, e prima ancora wurstel contenenti chiodi. Un testimone, in particolare, avrebbe notato una signora in atteggiamento ambiguo, ma per non scatenare cacce all'untore - ci vogliono prove.
Così il consigliere Guido, che ha già allertato gli uffici competenti di Asl e Comune, lancia anche un appello ai residenti di quelle zone: se trovate in strada cibo sospetto raccoglietene qualche campione, ovviamente con precauzione, e consegnatelo all'Asl per le analisi del caso: «Così potremo far partire la denuncia vera e propria ai vigili, ai carabinieri e alla polizia perché gli autori di questi gesti inqualificabili vengano fermati e puniti come meritano».
Anche l'assessore comunale al Randagismo Angela Valli conferma l'accensione di un focus sul quartiere, invitando i residenti a collaborare e a segnalare ogni movimento sospetto: «Una volta individuati i responsabili di questi comportamenti prenderemo i provvedimenti necessari».
Il maltrattamento di animali - purtroppo non tutti lo tengono ben stampato in mente - è punito dal codice penale come reato: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 euro a 30.000 euro», recita infatti l'articolo 544 ter del testo normativo, forse nemmeno troppo severo con chi fa del male ad esseri indifesi come sono cani e gatti. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi, recita il codice. La pena è aumentata della metà se dai fatti dei quali al comma uno deriva la morte dell'animale. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia