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Basta chiamarlo "caffè leccese", si chiama "Caffè in ghiaccio" e può essere con o senza latte di mandorla. Andava detto, e lo ha fatto la pagina Leccesi in Lecce che, come da biografia, si occupa di resistere "alla gentrificazione che avanza, a botte di bellezza, verità e sarcasmo".
La sarcastica battaglia
E la battaglia di questi giorni, dopo settimane in cui i bar sono stati affollati di turisti assetati di caffè leccesi, è proprio quella di dare il giusto nome alle cose. Partendo dal caffè in ghiaccio. Per questo, messo in mano un cartello a una testimonial, è partita la campagna di "educazione" del turista, anche straniero, dal momento che il cartello - esposto in piazza Duomo e in altri luoghi simbolo della città di Lecce - è scritto anche in inglese.
Il messaggio su cartelli per strada
"Stop calling it caffè leccese, we call it caffè in ghiaccio con latte di mandorla".
Il post di Leccesi in Lecce
Il post che accompagna video e foto della campagna è molto chiaro: "NEL Salento per anni decenni secoli la gente da maggio a ottobre al bar ordina ‘un caffè in ghiaccio’, se specifica ‘con latte di mandorla’ finisce la’, se non dice nulla il barista chiede ‘quanto zucchero?’. Perché in tal caso il caffè viene zuccherato nella tazzina, bollente e poi versato sul ghiaccio prima di essere servito al cliente. Poi è venuto Biagio Antonacci a farsi la vacanza inSalento, poi tutti i turisti milanesi con il passaporto e l’antitetanica e hanno iniziato a dire InSalento e a chiedere un caffè leccese, come se noi qua avessimo bisogno di aggiungere la provenienza per specificare che vogliamo un caffè come si fa a casa nostra, da sempre. Passi il turista che morde e fugge, ma voi leccesi e salentini, per carità di dio non omologatevi, non svendetevi per un goccio di latte di mandorla (che poi si sa che non è latte, ne’ ‘linfa’, ma sciroppo)".
Tutto chiaro, dunque. Nulla da aggiungere.
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