Bancarotta milionaria con l'alluminio: arrestati quattro imprenditori/i nomi

Bancarotta milionaria con l'alluminio: arrestati quattro imprenditori/i nomi
Al termine di complesse indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica ed eseguite dalla Guardia di Finanza di Lecce, è stata data esecuzione in queste ore ad...

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Al termine di complesse indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica ed eseguite dalla Guardia di Finanza di Lecce, è stata data esecuzione in queste ore ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di quattro imprenditori salentini operanti nel settore della produzione ed assemblaggio di materiali di alluminio. 


Questi i nomi degli imprenditori ai domiciliari: Pietro De Carlo, 62 anni, nato a Galatina; Leonardo Beccarisi, 41 anni, nato a Galatina; Cosimo Beccarisi, 38 anni, nato a Galatina; Luigi Beccarisi, 69 anni, di Galatina.

Fra i debitori c'era anche l'Inps. Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, hanno portato alla luce un elaborato sistema criminoso finalizzato alla commissione di reati fallimentari, attivo nella zona di Galatina. In particolare, i Finanzieri hanno ricostruito le vicende legate al fallimento della società F. S.r.l., verificando come soci e amministratori avessero strumentalmente “svuotato” il patrimonio aziendale nel periodo in cui la società era in liquidazione, immediatamente prima della dichiarazione di fallimento, al fine di sottrarre beni aziendali alla procedura fallimentare, in danno dei creditori e dello Stato. 
Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle salentine hanno permesso di verificare come i soggetti colpiti da misura cautelare abbiano volutamente omesso di adempiere alle obbligazioni fiscali e previdenziali in capo alla società, accumulando debiti verso l’Inps e verso l’Erario quantificati in oltre 1 milione di euro, oltre ad avere occultato 178.000 euro circa in contanti, prelevati dal conto corrente della società poco prima della sentenza dichiarativa di fallimento, giustificando il prelievo come motivato da investimenti in titoli, ma di fatto distraendo le somme a favore personale. Gli amministratori, inoltre, hanno provveduto ad occultare tutta la documentazione contabile della società fallita, al fine di rendere più difficoltoso l’iter investigativo degli inquirenti, perciò rendendosi responsabili di una bancarotta fraudolenta aggravata e continuata in concorso.
Ciò tuttavia non ha impedito ai militari della Guardia di Finanza di collegare le attività degli arrestati con i fallimenti di altre società della zona, connotati dal medesimo modus operandi e riconducibili agli stessi indagati, caratterizzati dal progressivo svuotamento dei beni strumentali e dal trasferimento dei lavoratori da una società all’altra, “abbandonando a se stessa” la società fallita resa – di fatto – una vera e propria “scatola vuota”.

Accogliendo le tesi investigative, il giudice per le indagini preliminari di Lecce, sulla base delle richieste formulate dal Pubblico Ministero titolare delle indagini, ha riconosciuto l’effettiva pericolosità della condotta degli indagati per il sistema economico imprenditoriale salentino, emettendo un’ordinanza di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari. 
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Quotidiano Di Puglia