Bimbo rifiutato a scuola perché diabetico e la mamma accusa: “Lo hanno fatto sentire un malato”. Scatta la denuncia alle forze dell'ordine, ma la...
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La vicenda è iniziata all'inizio dello scorso aprile e solo l’8 maggio il bambino ha ripreso a seguire le lezioni. La scuola risponde di non aver “mai negato l’accesso all’alunno. Non eravamo preparati a gestire eventuali emergenze e abbiamo chiesto tempo. Nella nostra scuola abbiamo una forte presenza di stranieri e disabili e non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno alle loro famiglie. La mamma si fidi della scuola, di chi l’ha sempre aiutata fino ad oggi”.
Il bimbo, figlio di una coppia straniera, aveva iniziato la terza elementare a settembre. Il 9 aprile i sintomi del diabete. Poi, dopo un breve ricovero, il bambino è tornato a casa il 17 aprile e a scuola il 23 dove, però, è stato rifiutato per via della patologia. La scuola, secondo quanto denunciato dalla famiglia, non era in grado di prendersi cura del bambino in caso di una crisi o di una emergenza sanitaria. Sembra che in alcune occasioni siano intervenuti anche carabinieri e 118 per i violenti litigi con un'insegnante con relativo intervento del 118. Dopo diversi incontri fra la scuola e tutte le istituzioni interessate, il bambino è finalmente tornato a scuola martedì.
“Quando i suoi compagni di classe lo hanno visto, lo hanno abbracciato - raccontano dalla famiglia - ma lui continua a chiedermi perché lo abbiano cacciato. Lo hanno fatto sentire strano, malato e diverso dagli altri bambini e questo, da mamma, fa male”.
A sostegno della famiglia si sono mobilitati nei giorni scorsi l’APDS Onlus di Lecce (Associazione Pediatrica Diabetici del Salento), servizi sociali, Asl ed è stato informato l’Ufficio Scolastico Regionale. “Il rientro a scuola di un bambino dopo l’esordio del diabete di tipo 1 dovrebbe rappresentare il ritorno alla normalità dopo l’impatto devastante che tale esordio ha avuto sul piccolo e sulla sua famiglia. Quindi” spiega Francesco Medina, presidente APDS Onlus “dovrebbe essere garantito il rientro in un ambiente scolastico sereno e in condizioni di sicurezza. Invece, il bambino e la sua famiglia si sono trovati in una condizione di non accettazione, di non inclusione, in definitiva si sono sentiti abbandonati dall’istituzione scolastica”.
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Quotidiano Di Puglia