Autoriciclaggio, maxi sequestro da un milione e 400mila euro: nei guai imprenditore e commercialista

Autoriciclaggio, maxi sequestro da un milione e 400mila euro: nei guai imprenditore e commercialista
Imprenditore e commercialista del Salento nei guai: per entrambi è scattata la misura cautelare interdittiva dell'esercizio dell'attività professionale e...

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Imprenditore e commercialista del Salento nei guai: per entrambi è scattata la misura cautelare interdittiva dell'esercizio dell'attività professionale e imprenditoriale. Le accuse mosse dalla Procura di Lecce, con il pm Massimiliano Carducci, che ha coordinato la indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, sono di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, dichiarazione infedele dei redditi, autoriciclaggio e reati societari. A carico dell'imprenditore, che è anche ingegnere, è stato disposto il sequestro preventivo per equivalente di 1.429.740,50 euro, con immobili, veicoli, conti correnti, titoli, quote societarie e un’imbarcazione, ritenuti profitto dei diversi reati contestati.

 

L'inchiesta

 

L'inchiesta è partita da una ispezione su un sospetto caso di antiriciclaggio nel quale sarebbe rimasto coinvolto il commercialista salentino. Tale ispezione ha consentito di far venire a galla che il commercialista, in qualità di tenutario delle scritture contabili di una società amministrata dall'imprenditore, avrebbe permesso di evitare il pagamento di oltre un milione e 200mila euro di imposte nel periodo 2009-2015. Per centrare l'obiettivo, in favore dell'amico imprenditore, il commercialista avrebbe fatto ricorso anche alla costituzione di un trust, un particolare tipo di forma societaria nella quale la titolarità dei beni è formalmente in campo al trustee, benché tali beni siano effettivamente di un'altra persona, il fondatore del trust. 

Con questo espediente, sono confluiti nel patrimonio del trust sei immobili di proprietà dell’ingegnere e di società a lui riconducibili, società che avevano diversi debiti col Fisco e un capitale sociale sostanzialmente inesistente. E sarebbero dunque stati messi al riparo dai provvedimenti fiscali beni come capannoni industriali, abitazioni, autoveicoli, una barca. 

Tale espediente, accompagnato all’utilizzo di prestanome e di falsi contratti di locazione ha permesso agli investigatori di ricostruire la manovra fraudolenta, finita sul tavolo della Procura di Lecce. Il pm titolare delle indagini ha quindi richiesto - e ottenuto dal gip del tribunale leccese Giulia Proto - l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo dei beni riconducibili all’imprenditore per assicurarli alle pretese della giustizia e dell’Amministrazione finanziaria. Tra i beni oggetto del provvedimento figurano appartamenti, autorimesse, capannoni, hangar e aree aeroportuali, natanti, motocicli ed automezzi.

 

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Quotidiano Di Puglia