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L’Asl Lecce taglia le ore di assistenza e riabilitazione per bambini e bambine con diagnosi di autismo. Una decisione comunicata alle famiglie nei giorni scorsi, a ridosso della ricorrenza della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo (celebrata ieri), attuata dal dipartimento di salute mentale dell’azienda sanitaria sulla base, pare, di criteri economici imposti dalla Regione Puglia che porteranno quindi ad una riduzione orizzontale dell’assistenza per ogni utente, senza alcuna valutazione clinica per singolo caso.
Oltre 2mila minori solo in provincia di Lecce
Nel provvedimento che sta facendo discutere soprattutto per le modalità di applicazione, (le famiglie di fatto potranno accettare il taglio delle ore proposto o rinunciare del tutto al servizio), sono coinvolti buona parte dei 2mila minorenni della provincia di Lecce, che tra autismo e altre forme di disabilità mentale, ricevono trattamenti di riabilitazione accreditati tra i vari centri presenti sul territorio.
Un problema che al momento sembra aver interessato principalmente l’area leccese, per un fenomeno in grave crescita a livello nazionale: in totale si contano 78.826 utenti con diagnosi di autismo. Secondo i dati OssNA (Osservatorio Nazionale Autismo) un bambino italiano ogni 77 nella fascia di età 7-9 anni ha un disturbo dello spettro autistico (4,4 maschi ogni 1 femmina). Sul fronte opposto invece si innesta il tema della carenza di risorse, che di fatto produrrebbe una guerra sui numeri che rischia invece di consumarsi sulla pelle dei bambini e delle famiglie.
La protesta dei genitori: "I nostri figli come numeri"
E dai genitori salentini coinvolti è partita la protesta con una lettera aperta per chiedere alla Asl di rivedere il piano dei tagli sull’assistenza. «Siamo le mamme di quei figli, anche se autistici, che desiderano che possano un giorno lavorare, prendere la patente, vivere una vita dignitosa. Siamo arrabbiate perché qualcuno non vuole e non può decidere per pura matematica, o peggio ancora per tagliare le spese nonostante tanti altri sprechi, di togliere le mie speranze, quelle che mi fanno svegliare la mattina e sognare in una vita migliore. Siamo quelle mamme arrabbiate perché si sono dimenticati dei nostri figli, e perché per scelte altrui sbagliate saranno loro a pagarne le conseguenze». Una lettera-appello per stimolare le Istituzioni a soluzioni “cliniche” e “non matematiche” a discapito dei piccoli utenti. «Per la sanità della nostra regione i nostri figli sono solo numeri – incalzano le mamme del Centro "Amici di Nico" - e per far quadrare i loro bilanci ci tagliano le ore di riabilitazione che per noi sono la speranza.
L'Asl: "Tetti di spesa imposti dalla Regione"
Argomenti questi che verranno ribaditi dalle famiglie ai vertici sanitari leccesi nell’incontro convocato per domattina alle 11.30 nella sede dell’Asl. Dal direttore generale dell’azienda sanitaria, Stefano Rossi, è intanto arrivato un primo chiarimento sulla questione. «Massima comprensione e disponibilità al confronto ma i tagli alle prestazioni derivano dal necessario rispetto dei tetti di spesa che è stato imposto dalla Regione alle Asl. Stiamo quindi rispettando una direttiva – ha aggiunto il dg – che vieta lo sforamento dei bilanci e ci obbliga a riequilibrare le risorse che sono destinate a tutto il settore di salute mentale e non solo quindi per l’autismo. Con la riduzione orizzontale delle ore – ha chiarito Rossi - proviamo a garantire le prestazioni per tutti, ma la crescita esponenziale del fenomeno impone anche una riflessione ed una eventuale distinzione tra casi bisognosi di trattamenti clinici o socio-sanitari. Senza maggiori risorse dalla Regione o aiuti dalle altre istituzioni sarà difficile agire diversamente».
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