Quindici indagati per il blitz contro l’abbattimento dei 32 alberi di pino di viale Nino De Palma, a Campi Salentina, degenerato il 17 luglio dell’anno scorso...
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Il caso finì in Procura poiché c’erano sia i carabinieri che i poliziotti municipali il giorno dell’avvio dei lavori del progetto di abbattimento dei pini per piantare al loro posto dei tigli e potenziare l’illuminazione pubblica. L’assessore Angelo Sirsi venne accerchiato, insultato, minacciato, pestato e deriso. Anche con un bastone. Finì in ospedale ma intanto tutto quello che accadde in quei frangenti finì in un fascicolo della Procura.
La ricostruzione degli inquirenti mette al centro il comportamento tenuto da un gruppo di persone facenti capo a Massimo Como, 49 anni, ex sindaco di Campi ed ex assessore provinciale ai Lavori pubblici della giunta di Antonio Gabellone. Uno dei due capi di imputazione dell’avviso di garanzia è dedicato solo a lui: risponde di oltraggio a pubblico ufficiale perché gli viene contestato di aver ripetutamente insultato Sirsi che era lì nelle vesti di assessore (da qui la contestazione di oltraggio): “Cuiune te cciu”, la frase in dialetto che avrebbe usato per seguire gli spostamenti di Angelo Sirsi mentre cercava di dare il via ai lavori.
Ancora di oltraggio ed anche di interruzione di pubblico servizio rispondono lo stesso Como con il medico in pensione Alessandro Patruno, con il suo l’ex assessore comunale Angelo Russo e con altre persone ritenute del suo entourage: Luigi Taurino, Raffaele Mignone, Stefano Orlando, Pasquale Giuseppe Guerrieri, Massimo Maci, Maurizio Pellegrino, Gianfranco Palmariggi, Gianluca Tarantino, Angelo Russo, Serena Assenzio, Antonio Vincenti, Mirto De Rosario e Raffaele Sirsi (quest’ultimo ex presidente della “Città del libro”). Per tutti, l’accusa di aver creato un clima di tensione e di intimidazione tale che gli operai sospesero i lavori ed abbandonarono il cantiere (salvo poi tornare sui loro passi grazie alla mediazione del comandante della Compagnia dei carabinieri di Campi, il maggiore Nicola Fasciano).
Inoltre sono indicati i singoli comportamenti che avrebbero avuto alcuni degli indagati: Como risponde di aver chiesto all’impresa la documentazione di inizio lavori, pur non avendo titolo a farlo. Taurino di aver rincorso l’assessore Sirsi quando cercò di allontanarsi dall’accerchiamento, di averlo colpito con due schiaffi in faccia. Patruno deve difendersi dall’accusa di aver colpito l’assessore con un bastone mentre gli diceva: “Pentiti, pentiti, vai in chiesa, gli alberi non si toccano”. Di Guerrieri le carte dell’inchiesta dicono che abbia sferrato due calci ad Angelo Sirsi e di averlo schernito con gli altri mentre scappava. Gli indagati ora potranno difendersi chiedendo di essere interrogati o depositando una memoria. Intanto Angelo Sirsi si è affidato all’avvocato Filippo Orlando. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia