Una sequenza agghiacciante riportata sulle pagine di un piccolo bloc notes perse dall’omicida reo confesso Antonio De Marco. Il piano per raggiungere l’abitazione di...
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Di quei bigliettini se n’è parlato nell’interrogatorio di convalida di ieri mattina in carcere, caratterizzato da alcuni momenti di malessere dell’indagato, manifestati da conato di vomito, quando gli sono state mostrate le scene della sua mattanza e quando gli è stato chiesto di ricordare altri particolari. De Marco ha confermato che la grafia fosse la sua, come aveva dedotto il grafologo Sergio Frontini nella consulenza svolta per conto della Procura, senza tuttavia entrare nel dettaglio del piano di bloccare, legare, torturare e distruggere i corpi dei due ragazzi nell’acqua bollente, come riportato in particolare nel terzo e nel quarto bigliettino - la pista seguita dagli inquirenti.
Ecco i testi e la sequenza, in ordine sparso. Primo bigliettino: «Appena entrato: legare tutti. Accendere tutti i fornelli e mettere l’acqua a bollire. Scrivere sul muro». Secondo bigliettino: «Scendi dalla fermata. Attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar. In via V Veneto c’è il condominio a dx. A fine strada attento di fronte. Passare velocemente sul muro alto a sx». Terzo bigliettino: «Pulizia. Lei: acqua bollente. Candeggina. Lui: acqua bollente. Candeggina. Poco prima di uscire soda». Quarto bigliettino: «Nastrare le dita. Prendere i guanti. Coprire la testa. Cambio maglietta. Vestizione. Prendere coltello e fascette. Slacciare le scarpe». Sul quinto bigliettino è stata riportata la tempistica. Sarebbe dovuto durare tutto un’ora e mezzo: «1 ora e mezza. 10/15 minuti tortura. 1 ora e 15 minuti. 30 minuti caccia al tesoro. 30 minuti pulizia. 15 minuti di controllo generale».
Il giallo. «Caccia al tesoro»? De Marco non ha fornito alcuna spiegazione nemmeno su cosa intendesse per «caccia al tesoro» nell’interrogatorio di ieri. E nemmeno quando la sera di lunedì scorso è stato condotto negli uffici del comando provinciale dei carabinieri: «Non ricordo quando ho scritto il biglietto né ricordo cosa intendessi dire con “caccia al tesoro”. Altre volte ho sofferto di momenti di rabbia».
Per poi aggiungere dettagli anche questi raccapriccianti su cosa sia successo la sera del 21 settembre quando ha ucciso Daniele ed Eleonora con 75 coltellate. «Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina. Ho incontrato Daniele nel corridoio il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui, li ho uccisi. Quando ho colpito lui, ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato. Il passamontagna mi è stato sfilato da Daniele il quale poi mi ha riconosciuto. Ho sentito gridare “Andrea”. Loro non hanno mai pronunciato il mio nome. Indossavo dei guanti che poi si sono strappati perdendone forse uno solo o un frammento. Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva».
Come ha fatto De Marco a progettare questo piano? Ha preso ispirazione da internet, visto che passava gran parte del tempo libero chiuso in camera dopo le sette ore quotidiane di corsi di Scienze infermieristiche? Lo stabilirà la perizia che sarà conferita oggi sul suo smartphone e sul suo computer. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia