Medici e infermieri allo stremo delle forze, pazienti in sala d’aspetto per ore, ambulanze del 118 che vanno e vengono. Sono bastati pochi giorni di feste natalizie per mettere...
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Chi, per necessità o semplicemente per eccesso di scrupolo, in questi giorni ha avuto a che fare con il Pronto Soccorso lo sa bene: le attese sembrano interminabili.
E’ una sanità d’emergenza in affanno quella di questi giorni. La prima causa? L’assenza, durante le feste, dei medici di base, il più delle volte irreperibili. Le guardie mediche? Dovrebbero essere il filtro tra una richiesta d’aiuto e l’ospedale e, invece, così non è. I telefoni spesso suonano a vuoto. Ecco perché la soluzione più facile è quella di raggiungere l’ospedale - in questo casi il presidio di Lecce che assorbe buona parte della provincia - e sperare nella fortuna.
Ma ai pazienti che raggiungono il Fazzi con i propri mezzi si aggiungono quelli trasportati in ambulanza. Le chiamate e gli interventi del 118 sono quintuplicati, come spiegano gli stessi operatori. Una media, con un calco effettuato sui computer della centrale operativa, di 100 chiamate per un turno di otto ore.
In questi giorni la popolazione del Salento raddoppia: arrivano i turisti, studenti e lavoratori tornano a casa per le vacanze. Aumentano gli interventi notturni, molti incidenti, e negli ultimi giorni ce ne sono stati anche di gravissimi. Purtroppo bisogna fare i conti con le chiamate inappropriate. Ci sono i cittadini che chiedono l’intervento dell’ambulanza per un semplice mal di pancia, o per stati d’ansia. In tanti, per la verità, credono che arrivare in ospedale con il mezzo di soccorso consenta di avere la precedenza sugli utenti in fila da ore. «Non è così- spiegano gli operatori della centrale - se un codice è verde tale rimane anche all’arrivo in ospedale, e le urgenze hanno sempre e comunque la precedenza».
Le ambulanze trasportano i pazienti tra Lecce, Copertino, Galatina, Scorrano, Tricase, Casarano e Gallipoli, ma le dislocazioni devono essere stabilite in base alle patologie. Non tutti i centri sono attrezzati per determinate emergenze: non tutti gli specialisti sono disponibili, o, comunque, non sempre le Tac ed altri fondamentali strumenti diagnostici funzionano come nel normale periodo dell’anno. Solo il Fazzi può disporre di tutte le attrezzaturre ed ecco perché la maggior parte dei pazienti arriva lì. Risultato: il Pronto soccorso rischia di andare in tilt. E se non avviene il passaggio di consegne, tra l’ambulanza e l’ospedale, con l’accettazione del paziente, il mezzo non può ripartire. Può rimanere fermo per ore, lasciando scoperta una fetta di territorio.
Insomma, per i medici dell’emergenza, il Natale non è certo una vacanza. I turni diventano sfiancanti e non è facile lavorare con serenità. Un periodo critico questo, al pari dei giorni a ridosso di Ferragosto. La gente ama divertirsi, molti giovani si ubriacano, e poi ne pagano le conseguenze. Ma a farne le spese spesso sono gli stessi medici. In sala d’attesa sale la tensione e non sono rari i casi di aggressioni nei confronti degli operatori con scene di rabbia e, a volte, vere e proprie violenze. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia