Ripristinato oggi alle 13 l'angiografo dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce dopo il fermo per aggiornamento prima e guasto poi. Un fermo che si è...
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Non funzionante da giorni e giorni, l’angiografo della Neuroradiologia del Fazzi, per questo la direzione sanitaria dell’ospedale aveva a suo tempo diramato una nota di servizio che prevedeva il trasferimento dei pazienti all'ospedale Perrino di Brindisi nei casi in cui si dovesse eseguire un'angiografia. Così è stato fatto anche nel caso dello sfortunato idraulico 37enne che ha poi perso la vita e ora anche la Asl di Brindisi sta indagando per verificare se effettivamente l’angiografo del Perrino non funzionasse.
I fatti sono noti e la direzione sanitaria della Asl sta lavorando per fugare i tanti dubbi che si sono avvicendati dopo la prematura morte del 37enne. Il primo a manifestare rabbia per una morte arrivata prima dell’angiografia (esame che prevede non solo la diagnosi, ma anche l’intervento per bloccare l’emorragia) è stato Luigi Manca, vice presidente della Commissione sanità della Regione e consigliere di Cor, accorso in pronto soccorso perché amico della famiglia del povero Esposito. Parole dure le sue, per quei due angiografi non funzionanti. La morte del giovane idraulico di Martignano ha messo in evidenza che nella Asl di Lecce c’è solo un angiografo ad uso della Neuroradiologia interventistica. E scatta la richiesta dell’acquisto di un secondo angiografo. «Al netto della triste vicenda della morte di un giovane salentino, di cui non conosco le cause della morte, è emerso un dato su cui riflettere», premette Andrea Caroppo consigliere regionale di Forza Italia per poi chiedere: «In tutto il Salento c’è solo un angiografo per gli esami neuroradiologici e se si blocca l’ospedale più importante della nostra provincia non ha disposizione un’alternativa. Stiamo parlando di un ospedale che ha come riferimento una popolazione residente di 800mila persone a cui vanno aggiunti i flussi turistici. Mi pare che per garantire la sicurezza dei cittadini sarebbe opportuno che il Fazzi sia dotato di un secondo agiografo, per evitare che l’impossibilità di eseguire l’esame possa mettere a repentaglio la vita di chi incappa in questi problemi di salute».
E Rocco Palese, deputato di Cor e vicepresidente della Commissione bilancio della Camera, chiede l’intervento del ministero della Salute. «Avvii un’indagine per stabilire se la morte dell’uomo di 37 anni sballottato tra gli ospedali di Lecce e Brindisi in attesa di sottoporsi ad un'angiografia - ricorda Palese – e verifichi anche perché non funzionano, da quanto tempo e per responsabilità di chi. Poi occorre anche che il Governo avvii una puntuale verifica sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza in Puglia, posto che siamo in una regione in cui si stanno chiudendo ospedali e reparti e i cittadini, a causa del continuo aumento dei debiti della sanità. Per il bene dei cittadini e per fare giustizia in una situazione che non è più tollerabile, ci auguriamo che anche la magistratura accenda un faro sui motivi per cui macchinari salvavita come gli angiografi sono rotti addirittura da un mese, come nel caso del Vito Fazzi di Lecce, senza che nessuno intervenga».
Un solo angiografo a servizio della Neuroradiologia del Fazzi anche se di nuova generazione ed è stato sottoposto ad aggiornamento (installazione di un software) per elevarne le prestazioni. Poi è intervenuto anche un guasto e tra una cosa e l’altra sono passati i giorni. Da qui l’interrogativo o meglio la richiesta di Caroppo perché pare paradossale che tutto dipenda da una sola macchina. Sono tante le domande a cui la Asl è chiamata a rispondere. Domani sul tavolo del direttore sanitario, Antonio Sanguedolce, arriverà dal Fazzi la relazione in cui si ricostruiscono i fatti e le scelte cliniche. Tutto questo per fugare il dubbio che l’impossibilità di fare un’angiografia abbia determinato un prematuro addio alla vita. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia