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Procedimenti e udienze a rilento, capacità di smaltire gli arretrati al ribasso. E la performance del Tribunale di Lecce va giù nel settore Penale: peggio degli anni scorsi, peggio soprattutto di Brindisi e di Taranto nello stesso periodo.
I dati degli uffici giudiziari sono quelli del primo semestre 2020 che, ovviamente, risentono del lockdown della primavera. Che, però, avrebbe dovuto determinare i suoi effetti vistosi anche altrove e, invece, non è così a guardare i dati del Ministero della Giustizia pubblicati nei giorni scorsi.
Il verdetto (in questo caso negativo) è tutto in un indicatore: il clearance rate, un numero che è il prodotto della valutazione comparata di una serie di parametri. Per la precisione, il rapporto tra procedimenti iscritti e procedimenti definitivi in un determinato periodo. E che altro non è che il voto dato dal Ministero della Giustizia alla prestazione in tema di smaltimento degli arretrati.
I numeri, dunque. Per il primo semestre dell'anno in corso, per Lecce l'indicatore è di 0.59. Per Brindisi è 0,74. Per Taranto 0,76. In tutti e tre casi si tratta di valori inferiori agli anni precedenti (sui quali, va detto, la valutazione è fatta per l'arco temporale dei 12 mesi, quindi più ampia).
Nel 2019 per Lecce il clearance rate era stato 0,77.
Solo Brindisi, nel 2018 era riuscita a fare il colpaccio al Penale: con un 1,47 dovuto al fatto che fossero 11.902 i procedimenti definiti, a fronte degli 8.087 iscritti.
Tornando a Lecce. Da gennaio a giugno 2020 sono stati iscritti 5.542 fascicoli. Ne sono stati risolti 3.243. C'è un gap, quindi, oltre 2mila procedimento in sospeso.
L'anno precedente ne erano stati iscritti 14.761 (su 12 mesi), e ne erano stati definiti 11.381. Un po' meglio nel 2018 quando erano stati 14.407 gli iscritti e 13.654 i definiti.
Più nel dettaglio, le sezioni più oberate sembrerebbero il dibattimento monocratico e l'ufficio gip.
Sono stati infatti due i nuovi procedimenti in Corte d'Assise, mentre uno è stato concluso; 60 nella sezione ordinaria collegiale, 41 portati a termine. Al monocratico di primo grado le sopravvenienze sono giunte a quota 1.632. I giudici hanno definito 767 processi.
Quanto all'appello del giudice di pace: 31 i nuovi fascicoli, 19 i procedimenti chiusi. In udienza preliminare: 3.817 le nuove iscrizioni, 2.415 i procedimenti giunti al termine. La voce del giudice monocratico, negli anni precedenti, era andato meglio: nel 2019 erano 3.970 i nuovi, 3.192 i definiti. Nel 2018 si era chiuso addirittura in attivo: 3.288 i nuovi iscritti, 3.602 i definiti. Nel 2018 solo al gip c'era stato un trend negativo. E si era sfiorato il pareggio complessivo.
Insomma, è evidente che il lockdown e la sospensione delle udienze abbiano avuto un'influenza in tutti gli uffici del distretto. Ma dalla comparazione dei dati si presume ci siano stati altri fattori di rallentamento dell'attività giudiziaria, in quel di Lecce, che abbiano pesato più di quanto non sia accaduto a Brindisi (ufficio di dimensioni inferiori) e Taranto.
Sarà la valutazione complessiva dell'intero anno, considerati innesti e correttivi, a dare un responso più attendibile. Il tempo per recuperare, insomma, c'è tutto in termini di clearance rate, misura europea che valuta di fatto la riduzione dell'arretrato. Sempre che non subentrino ulteriori limitazioni e chiusure, più invasive nel settore penale che in quello civile, per via della impossibilità (o quasi) di trattare per iscritto i processi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia