Sensibile è il tema. Sensibile - per un ventaglio di motivazioni geopolitiche e sociali - potrebbe essere l’obiettivo Italia. Il terrorismo di matrice jihadista allunga ombra...
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Ministro, lei ha più volte ricordato, dopo i fatti di Parigi, che «il rischio zero non esiste». Ci sono però contesti che meriterebbero controlli più stringenti e una maggior concentrazione di forze di polizia e di intelligence: in tal senso le rotte dei migranti sono un caso emblematico, e la Puglia e il Salento sono uno dei fulcri. Non sarebbe il caso di rafforzare il presidio?
«Ciascun territorio avrebbe una maggior attenzione da rivendicare, per ragioni che possono evocare il rischio terrorismo, e questo mi porta a ribadire che non esiste il rischio zero. Ma questo territorio è presidiato dalle forze dell’ordine, il livello di allerta anche qui è alto, e siamo al lavoro in uno sforzo di prevenzione, che non azzera il rischio, ma ne abbassa il coefficiente. Fin qui ha funzionato: lavoriamo ancora su questa strada».
Tuttavia, il rischio di un’eccessiva permeabilità dei porti è testimoniato da esempi di sicuro impatto. Sullo scalo di Bari occorrerebbe puntare un faro: proprio ieri ad Ancona sono stati arrestati tre siriani con passaporti falsi, e che erano sbarcati nel porto barese nascosti in container.
«Abbiamo rafforzato la vigilanza nei porti italiani. E ho al tempo stesso il dovere di ricordare che abbiamo controllato oltre 160 navi nel 2015: un lavoro di prevenzione nella direzione poco fa ricordata. In Puglia l’attenzione è alta, e penso ai porti che guardano a Est: si tratta di scali con specificità che non ammettono distrazioni di sorta».
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Quotidiano Di Puglia