Al volante con lo smartphone: valanga di multe

La sede del comando della Polizia municipale
Non fanno ricorso alla tecnologia, ma i numeri sono comunque da record. Chi guida parlando al cellulare passa i guai, oltre a rischiare la vita. A Torino il “reato”...

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Non fanno ricorso alla tecnologia, ma i numeri sono comunque da record. Chi guida parlando al cellulare passa i guai, oltre a rischiare la vita. A Torino il “reato” ha fatto discutere e la polizia municipale della città piemontese ha fatto da apripista in una sorta di “indagine forense” della cosidetta domotica delle auto che registrano i dati e consente di sapere se in un preciso momento l’autista stava chattando, parlando al telefono o scambiando dati. A Bari invece la tecnologia è un telelaser che consente, oltre alla velocità, di rilevare se chi è alla guida sta parlando al cellulare e perfino se ha la cintura di sicurezza.


Parlare al telefono durante la guida è la principale causa di incidenti al volante anche mortali, in taluni casi. E dunque scattano le multe anche nel capoluogo salentino. Nella sola giornata di ieri la pattuglia in servizio in piazza Mazzini ne ha elevate numerose. Automobilisti pizzicati al volante con lo smartphone, e nei giorni scorsi anche un ciclista è stato vittima della sanzione. Per chi sbaglia la multa è di 171 euro e cinque punti in meno sulla patente.
Secondo gli ultimi dati della polizia municipale dal 1 gennaio fino al 20 agosto 2016 le multe elevate per guida con cellulare sono state 438 in tutto. Vale a dire una media di due verbali al giorno in otto mesi, senza considerare casi come quello di ieri in cui le multe sono state ben cinque in una sola zona della città. Dati che rischiano di aumentare e che già nei mesi scorsi avevano fatto gridare all’allarme. Per il presidente nazionale di Aci Angelo Sticchi Damiani «purtroppo il 75% degli incidenti si verifica a causa della distrazione degli automobilisti impegnati a parlare, chattare, scattarsi i selfie», aveva dichiarato.
Distrazione come causa di incidente, lo conferma anche il comandante della municipale Donato Zacheo. «Purtroppo - dice - questi casi stanno diventando ordinari. E ormai non si tratta più della semplice chiacchiera al telefono, ma dell’uso dei social network». Gli automobilisti insomma non si limitano a telefonare ma navigano su facebook, rispondo ai messaggi e comunicano con whatsapp. Lo scorso mese di agosto nei guai è finita anche un agente della polizia municipale che lavora in un comune della provincia di Lecce a cui è stato sequestrato lo smartphone alla poliziotta municipale alla con cui stava parlando mentre era alla guida della sua Lancia Musa provocando un incidente nel quale ha perso la vita Gualtiero Ceino, 82 anni, di Lecce, geometra in pensione. La donna risponde di omicidio stradale.

Situazione tutt’altro che semplice perché la cattiva abitudine degli automobilisti sembra essere all’ordine del giorno, senza purtroppo comprendere la pericolosità del gesto che mette a rischio non solo la propria vita ma anche quella degli altri. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia