Adesca una ragazzina fingendosi suo coetaneo sui social network: condannato un 68enne

Adesca una ragazzina fingendosi suo coetaneo sui social network: condannato un 68enne
Otto anni e mezzo. Confermata anche in appello la condanna di E.P., uomo di 68 anni di Tivoli, accusato di aver adescato in rete una 14enne di Trepuzzi e, spacciandosi per un...

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Otto anni e mezzo. Confermata anche in appello la condanna di E.P., uomo di 68 anni di Tivoli, accusato di aver adescato in rete una 14enne di Trepuzzi e, spacciandosi per un coetaneo, di averla convinta a compiere atti sessuali davanti alla web cam. La conferma della condanna già inflitta in primo grado nel 2017 è arrivata questa mattina dai giudici della sezione unica penale della Corte d'Appello  (presidente Domenico Cucchiara, giudici Eva Toscani e Antonia Martalò).

 

Da uno a due processi

 

La condanna in primo grado venne depennata due anni fa, nel corso del primo processo d'appello per un difetto di qualificazione dell'accusa: non pornografia minorile doveva essere, ma violenza sessuale. La Corte di Cassazione, su ricorso del Procuratore generale, stabilì poi che i due reati - lungi dall'essere alternativi - fossero da ritenere concorrenti. Da qui un primo processo, terminato ieri con la conferma della condanna a 8 anni e mezzo già decisa in primo grado (quando fu stabilito anche il pagamento di 100mila euro alla ragazzina, costituitasi parte civile con i suoi genitori che si sono affidati agli avvocati Carlo Viva e Sabrina Conte), e il secondo procedimento, per violenza sessuale appunto, nell'ambito del quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del 68enne. Se ne discuterà nell'udienza del prossimo luglio.

 

I fatti

 

La vicenda risale al 2013, quando i genitori della 14enne presentarono denuncia. Le indagini della pm Stefania Mininni, con la Polizia postale, svelarono l'accaduto: il 68enne avrebbe conquistato la ragazzina, fingendosi suo coetaneo e sfruttando, a questo scopo, anche profili falsi sui social network. Alle chiacchierate iniziali su Skype e messenger, hanno fatto seguito le richieste dell'anziano perché la 14enne compiesse atti sessuali davanti a lui o gli inviasse foto in cui era ritratta nuda.

L’imputato è difeso dall’avvocato Michele Reale.

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Quotidiano Di Puglia