SAN PIETRO VERNOTICO (BRINDISI) - «Noi siamo vittime di questa situazione, tant'è che ci siamo riservati di adire a vie legali verso tutti i soggetti che riterremo...
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«La scelta - si specifica - è innanzi tutto la risposta a un obbligo di legge. Da mesi affermavamo che la prima lotta da fare era alle cicaline, che iniettano il batterio nelle piante sane di olive. Purtroppo invece molti, per mancanza di corrette informazioni o addirittura attraverso la negazione dell'esistenza della malattia, si sono affidati a pratiche inutili o all'impedimento dell'attuazione di protocolli consigliati da gruppi di ricercatori, non facendo altro che velocizzare l'epidemia, ora fatalmente diventata pandemia».
«Espiantare le piante malate - prosegue la nota - era ed è l'unica soluzione per evitare che il male si propaghi sempre di più. Avremmo voluto non farlo e siamo i primi, insieme alle 100 famiglie che lavorano con noi, a piangere le nostre piante e i nostri ulivi. Più di un anno fa abbiamo invitato in Salento, a nostre spese, uno dei massimi esperti mondiali di Entomologia, Il professor Hans Rudolf Herren, che dopo avere visitato gli uliveti infetti, ha incontrato "ricercatori dell'universita", dello Iam, del Cnr ed i responsabili politici ed amministrativi della regione». «Insieme è stata elaborata una proposta di protocollo che abbiamo condiviso con le autorità competenti e altri produttori - conclude la nota - Evidentemente non siamo stati ascoltati». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia