LECCE - Comincia l’avventura radiofonica del nuovo singolo di Michele Cortese, intitolato “La hit del momento”, scaricabile anche da tutti gli store digitali. Il...
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In contemporanea all’uscita di “La hit del momento”, sarà pubblicato su Youtube anche il videoclip per la regia di Antonio Ivagnes, salentino trasferitosi da anni in Brasile.
Michele, perché in questo pezzo hai scelto di giocare un po’ con il mercato discografico?
«Lo faccio con molta ironia. È un pezzo che fa sorridere e parla, scherzando, dei suggerimenti più strampalati che ho ricevuto da sedicenti addetti ai lavori, nel corso degli anni, per raggiungere l’obiettivo di essere il personaggio giusto, con la canzone giusta, che funzionasse nel panorama discografico di oggi per arrivare in radio, in tv e al pubblico. Dal mio punto di vista, tutti questi consigli lasciano il tempo che trovano».
In sostanza, non ci sono ricette per il successo…
«Non esistono ricette per il successo inteso come credibilità artistica che, poi, possa consacrarti e farti sopravvivere a tutte le mode. Non c’è, quindi, una ricetta per cui, mettendo insieme gli ingredienti, si possa comporre una hit pop. E meno male, perché, altrimenti, sarebbe anche un po’ triste».
Non si creerebbe, così, nessuna alchimia con il pubblico…
«Sì, esatto. Io, infatti, ho sempre avuto come modelli artisti che, pur andando in controtendenza, sono al top da anni».
Il singolo anticipa l’uscita dell’album, prevista quando?
«Dopo l’estate, anche se l’ambizione che coltivo con il mio nuovo produttore è quella di provare a partecipare a Sanremo Giovani l’anno prossimo. Nel caso, quindi, il disco uscirebbe dopo il Festival anche se di fatto è quasi pronto».
È il tuo secondo lavoro da solista...
«A differenza del precedente, questo è un disco lavorato, prodotto e arrangiato in maniera più moderna. Per me è stato molto interessante, nell’album d'esordio, l’approccio in presa diretta che il produttore Lucio Fabbri ha voluto dare alla registrazione, come si faceva negli anni Settanta, per conferire umanità a ciò che si suonava. In questo lavoro, invece, ci sono più suoni ed elementi di elettronica, ma anche parti sinfoniche con gli archi. Nei testi, poi, non mancano spunti autobiografici che riguardano il mio ultimo anno di vita. Rispetto al singolo di lancio, il resto dell’album ha un’atmosfera che richiama la musica dìautore, in cui, in effetti, mi sento più a mio agio».
Ultima domanda: con Maggio vi sentite spesso?
«Ci siamo visti proprio pochi giorni fa. Il rapporto d’amicizia è rimasto tale e quale a quello che avevamo quando cantavamo insieme. Il discorso degli Aram si è concluso per motivazioni artistiche, non personali. Siamo rimasti amici, quindi, anche se, separandosi le strade artistiche, le vite cambiano e ci si vede meno. Io sono stato felicissimo del traguardo che Antonio ha raggiunto e gli auguro ogni fortuna, come lui sa benissimo».
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Quotidiano Di Puglia