È tornato in libertà Cosimo Fonzetti, il bracciante agricolo 59enne finito ai domiciliari nei giorni scorsi, al termine di un blitz dei carabinieri nella sua abitazione,...
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Il bracciante agricolo è finito in manette nei giorni scorsi, nell’ambito di servizi mirati al contrasto dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti, effettuati dai militari della stazione dei carabinieri di Villa Castelli e dai colleghi della compagnia di Francavilla Fontana, tutti diretti dal capitano Nicola Maggio. Lui, arrestato altre volte sempre con la stessa accusa, ma puntualmente scarcerato, era tenuto d’occhio da tempo, perché gli investigatori hanno sempre nutrito dubbi sull’utilizzo della marijuana a scopo terapeutico.
Nel corso dei controlli, grazie ad una ricognizione aerea, le forze dell’ordine hanno individuato nell’agro villacastellano una zona in cui c’erano piante sospette e un’abitazione vicina di proprietà di Fonzetti. E’ stata così programmata un’incursione.
I militari si sono diretti nella zona individuata per una perquisizione domiciliare.
Delle piante sospette non è stata trovata più traccia, ma all’interno della casa sono stati scoperti i settecento grammi di infiorescenze di marijuana, oltre a vario materiale che, secondo gli investigatori, serviva al confezionamento della sostanza. Di conseguenza, ancora una volta, Fonzetti è stato ammanettato è trasferito in caserma con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e l’autorità giudiziaria ha disposto gli arresti domiciliari.
Ieri si è svolta l’udienza di convalida e il 59enne ha rivisto il gip, Maurizio Saso, già incontrato in passato in una medesima circostanza. Il giudice ha ascoltato la versione dei fatti dell’uomo, assistito dall’avvocato Deleonardis, e convalidato l’arresto, rigettando però la richiesta del pubblico ministero di applicare la custodia cautelare. Il bracciante agricolo è stato scarcerato ed è tornato in libertà. Ora dovrà affrontare un processo.
Dunque, il gip ha accolto la tesi sostenuta da Fonzetti e dal suo difensore, rafforzata dalle certificazioni sulle patologie di cui l’uomo è affetto. Secondo l’avvocato Deleonardis, anche in questo caso non ci sono indici che attestino lo spaccio di sostanze stupefacenti da parte del suo cliente, poiché, ad esempio, non è stato rilevato alcun viavai sospetto di persone nei pressi dell’abitazione perquisita. E il solo dato quantitativo, che riguarda la marijuana detenuta, non è sufficiente a dimostrare la vendita illegale del materiale in questione.
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Quotidiano Di Puglia