Tangenti in Puglia, imprenditore accusato di corruzione dal carcere ai domiciliari

Tangenti in Puglia, imprenditore accusato di corruzione dal carcere ai domiciliari
Il Tribunale del Riesame di Bari ha concesso gli arresti domiciliari ad Antonio Di Carlo, l'imprenditore di Lucera (Foggia) arrestato il 7 novembre - e fino a oggi in carcere...

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Il Tribunale del Riesame di Bari ha concesso gli arresti domiciliari ad Antonio Di Carlo, l'imprenditore di Lucera (Foggia) arrestato il 7 novembre - e fino a oggi in carcere - con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta in relazione ad alcuni appalti per lavori svolti dalla sua impresa nelle province di Bari e Foggia.

Il Riesame ha quindi accolto la richiesta presentata dai suoi legali, gli avvocati Raul Pellegrini e Roberto Prozzo, che nell'udienza di lunedì avevano chiesto - in subordine rispetto alla revoca della misura - la conversione della detenzione in carcere con i domiciliari.

I dettagli

Ieri, il Tribunale aveva sostituito la misura degli arresti domiciliari per la figlia di Di Carlo, Carmelisa, con l'obbligo di dimora nel comune di Lucera, mentre aveva confermato i domiciliari per il dipendente del Coni Sergio Schiavone. Nei confronti di Carmelisa Di Carlo, il Riesame aveva annullato l'ordinanza con cui era stata disposta la misura per due dei dieci capi di imputazione a lei contestati. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex dg di Asset Puglia Elio Sannicandro, interdetto per 12 mesi dall'esercizio della funzione perché accusato di aver ricevuto una tangente da 60mila euro da Di Carlo. Schiavone, secondo gli inquirenti, sarebbe stato l'intermediario tra il dirigente e l'imprenditore. I fatti risalgono al periodo in cui Sannicandro era soggetto attuatore della commissione regionale per il dissesto idrogeologico della Regione Puglia.

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Quotidiano Di Puglia