Covid, a Foggia si sperimenta la prima cura in pillole: ecco come aderire

Covid, a Foggia si sperimenta la prima cura in pillole: ecco come aderire
Al Policlinico Riuniti di Foggia, a partire dal 15 ottobre, partirà la somministrazione in via sperimentale del nuovo farmaco contro il Covid-19, un antivirale in compresse...

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Al Policlinico Riuniti di Foggia, a partire dal 15 ottobre, partirà la somministrazione in via sperimentale del nuovo farmaco contro il Covid-19, un antivirale in compresse che - stando ai primi dati analitici - sortisce il suo effetto se assunto entro 72 ore dalla positività al tampone. Il nosocomio foggiano è l'unico nel Sud Italia nel quale si svolgerà questo genere di sperimentazione, destinata a dare una netta svolta alla lotta contro il Sars Cov-2. Il farmaco, il cui nome è per il momento At-527, è stato realizzato in collaborazione da Roche e Atea.

«Gli antivirali sono efficaci nelle prime fasi di malattia per evitare la progressione - ha spiegato Sergio Lo Caputo, responsabile delle sperimentazioni del reparto di Malattie infettive del policlinico foggiano -. Questo farmaco serve ad accelerare i tempi di negativizzazione». I volontari dovranno assumere una compressa il primo giorno e poi potranno proseguire la cura a casa. Nei giorni successivi, verrà misurato il livello di immunoglobuline nel sangue per seguire l'andamento della risposta alla somministrazione. «Noi - afferma Lo Caputo - abbiamo già avviato una collaborazione con i medici di medicina generale e anche con i medici delle Usca che hanno i primi contatti con i pazienti positivi», così da individuare i volontari.

 

L'adesione alla sperimentazione e i ricoveri

 

L'adesione alla sperimentazione può avvenire semplicemente contattando il policlinico. «Al momento - aggiunge Caputo - ci sono 37 pazienti Covid ricoverati in Malattie infettive a Foggia. La metà di questi sono sottoposti a un'ossigenoterapia abbastanza importante, perché sono in situazioni avanzate e molto spesso presentano polmoniti severe. Purtroppo l'80% dei ricoverati - incalza il responsabile della sperimentazione - non è vaccinato per vari motivi: convinzioni errate, filosofie novax ma sopratutto c'è ancora tanta gente che è stata mal consigliata».

 

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Quotidiano Di Puglia