Bus a zero emissioni, Iveco tornerà a produrre a Foggia e Torino

Bus a zero emissioni, Iveco tornerà a produrre a Foggia e Torino
Iveco Bus tornerà a produrre autobus in Italia. I siti interessati dal progetto sono quelli di Torino e di Foggia, oggi specializzati nella produzione di motori...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Iveco Bus tornerà a produrre autobus in Italia. I siti interessati dal progetto sono quelli di Torino e di Foggia, oggi specializzati nella produzione di motori industriali a combustione interna. Lo rende noto Iveco Group che ha presentato una richiesta di accesso ai Contratti di Sviluppo del Mise nell'ambito delle opportunità del Pnrr. I mezzi saranno basati su tecnologie di ultima generazione, tra cui quelle relative alle propulsioni elettriche a batterie e a idrogeno. Il progetto contribuirà al processo di transizione energetica ed ecologica del trasporto pubblico in Italia e avrà impatti positivi sullo sviluppo della filiera. L'azienda prevede di formare gli attuali dipendenti e di fare nuove assunzioni.

In particolare, presso gli impianti piemontesi saranno potenziate le attività di ingegnerizzazione e fabbricazione di batterie elettriche, mentre a Foggia saranno installate nuove linee per il montaggio finale di autobus ad alto contenuto tecnologico, a zero emissioni (Bev - Battery Electric Vehicles e Fcev - Fuel Cell Electric Vehicles) e a basse emissioni (metano/biometano e diesel/biodiesel di ultima generazione). La lavorazione iniziale dei nuovi autobus sarà avviata negli altri impianti del Gruppo già oggi dedicati alla produzione di Iveco Bus. Proseguirà a Foggia, grazie alle propulsioni alternative prodotte a Torino e alle celle a combustibile a idrogeno. Sempre a Foggia sarà completata con l'aggiunta della componentistica fornita in larga misura dalla filiera nazionale dell'automotive. La fabbricazione e le attività di Ricerca e Sviluppo sulle batterie, così come le forniture motoristiche dei veicoli a basse emissioni, saranno affidate a Fpt Industrial, il brand del Gruppo dedicato alle tecnologie powertrain.

Il progetto già in fase avanzata

Il progetto, anche se è subordinato all'accettazione della richiesta di accesso al Contratto di Sviluppo, è a una fase avanzata e quindi potrebbe essere operativo già nel 2022, con l'ambizione di produrre i primi autobus nella primavera del 2023. «Siamo convinti della bontà della nostra proposta e felici di annunciarla oggi perché, confidando nella sua accettazione, ci permetterà di sviluppare nuove competenze, di contribuire allo sviluppo economico del Paese e di giocare un ruolo da protagonisti nel necessario e urgente processo di rinnovamento del parco circolante italiano per il trasporto pubblico locale» commenta Domenico Nucera, presidente Bus Business Unit di Iveco Group.

I sindacati: Il Governo approvi presto l'investimento

Soddisfatti i sindacati: «Si tratta - dicono Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e AqcfR - di una iniziativa industriale importantissima, poiché sancisce il rinnovato impegno di Iveco in Italia nel segmento degli autobus, dopo che alcuni anni fa venne presa la dolorosa decisione di trasferirne altrove la produzione. Inoltre si va a beneficio di due stabilimenti powertrain, quello di Torino e quello di Foggia, che per loro natura nel tempo avranno bisogno di nuove produzioni per adeguarsi alla transizione energetica. Confidiamo che il Governo - spiegano i sindacati - voglia approvare in tempi rapidi l'investimento, poiché è essenziale che i fondi del Pnrr vadano a beneficio della economia reale e a sostegno della transizione energetica e, come in questo caso, a sostegno della filiera italiana più volte chiesto dalle organizzazioni sindacali. Chiederemo, appena il progetto si delineerà meglio, un incontro nazionale con la partecipazione dei territori interessati per chiarire le ricadute produttive ed occupazionali». 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia