L'acqua è un tesoro e i fondi diventano blu

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Servono investimenti per 735 miliardi di dollari entro il 2030 sia per raggiungere il sesto tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu sia per «garantire acqua...

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Servono investimenti per 735 miliardi di dollari entro il 2030 sia per raggiungere il sesto tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu sia per «garantire acqua pulita e abbondante». Lo dice il Sustainable Development Solutions Network. Eppure, secondo i dati Onu, alcuni Paesi presentano un gap di finanziamento di circa il 60%. Davvero troppo. Ecco perché «il settore privato ha un ruolo importante da giocare per colmare il divario», dice My-Linh Ngo, Head of ESG Investing e Portfolio Manager di BlueBay Asset Management. Inoltre, «risulta sempre più evidente la necessità di soluzioni di finanziamento innovative, come le emissioni etichettate come ESG (green bond e blue bond) sia per le aziende che per gli stati sovrani».

Di qui la scelta di Blubay AM di inserire la «garanzia di acqua pulita e abbondante tra i sette temi di sostenibilità applicati nel nostro fondo BlueBay Impact-Aligned Bond». Del resto, il tesoro custodito nelle fonti di acqua dolce è nei numeri. Se è vero, infatti, che l’acqua è fondamentale per la vita sulla terra e che rappresenta il 70% del nostro pianeta, solo il 3% di essa è acqua dolce. Di questa, solo l’1,2% può essere utilizzata come acqua potabile, il resto è bloccato in ghiacciai e permafrost, o sepolto in profondità nel terreno. Inoltre, nonostante i progressi sul fronte dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, miliardi di persone non dispongono di questi servizi di base, fondamentali per combattere le malattie.

A livello globale, una persona su tre non ha accesso all’acqua potabile e due persone su cinque non hanno la possibilità di lavarsi le mani. Non solo. Più dell’80% delle acque reflue derivanti dalle attività umane viene scaricato nei fiumi o in mare senza alcun trattamento, con impatto notevole sull’ecosistema. Saranno le economie emergenti e in via di sviluppo a registrare la maggiore crescita della domanda, ma risulteranno anche le più vulnerabili. Senza contare l’effetto dei cambiamenti climatici: per ogni grado di aumento della temperatura si prevede che circa il 7% della popolazione mondiale subirà una diminuzione del 20% delle risorse idriche a sua disposizione (dati Unesco). La scarsità d’acqua colpisce più del 40% della popolazione mondiale, un problema in aumento, che potrebbe costringere 700 milioni di persone a migrare entro il 2030. E ai costi umani e planetari, vanno aggiunti gli ingenti costi finanziari per il non accesso ad acqua pulita. Investire in soluzioni idriche significa tener conto di tutto ciò.

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Quotidiano Di Puglia