Manovra, caccia a 30 miliardi. Tesoretto dai risparmi sul debito

Manovra, caccia a 30 miliardi. Tesoretto dai risparmi sul debito
Il dato sulla crescita diffuso dall'Istat non semplifica la manovra da 30 miliardi che il governo sta preparando. Ma nemmeno la complica. Il ministero dell'Economia non...

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Il dato sulla crescita diffuso dall'Istat non semplifica la manovra da 30 miliardi che il governo sta preparando. Ma nemmeno la complica. Il ministero dell'Economia non potrà contare su nessun tesoretto aggiuntivo. Ogni decimale di Pil in più, rispetto allo 0,7% previsto per fine anno, avrebbe liberato 1,6 miliardi di euro. Ormai con molta probabilità non accadrà. Ma a via XX settembre, sede del ministero, resta un cauto ottimismo.




Il dato dell'Istat ha confermato che il quadro disegnato dai documenti economici predisposti dai tecnici del governo è basato su previsioni attendibili. E solide. Migliori persino di quelle di Francia e Germania. Inoltre, tra le pieghe del comunicato dell'Istat, c'è un punto che per il governo è decisamente positivo: la crescita, seppure contenuta del trimestre, è stata ottenuta grazie ai consumi interni. A Palazzo Chigi leggono questo dato come la prova che le riforme stanno funzionando e che anche il bonus degli 80 euro inizia a mostrare i suoi effetti. E se il possibile “tesoretto” della crescita è di fatto venuto meno per i conti pubblici, ce n'è un altro che sta emergendo. «Stiamo collocando i titoli di Stato a tassi più bassi del previsto, è prevedibile che a fine anno si liberino altri 4-5 miliardi di euro sul fronte degli oneri per gli interessi sul debito pubblico», spiega uno dei tecnici di Palazzo Chigi che sta lavorando alla predisposizione delle misure della manovra. Ed in effetti nell'ultima asta di Bot a un anno, che ha fatto il pieno, i sei miliardi di titoli sono stati venduti con il rendimento sceso allo 0,011% dallo 0,124% dell'asta di luglio. Anche nella fase più critica delle tensioni sulla Grecia il debito pubblico italiano non ha subito particolare ripercussioni. Ma per recuperare i circa 30 miliardi di euro che serviranno per la manovra quest'anno, il governo punta soprattutto su due altri capitoli. Il primo è quello della spending review alla quale stanno lavorando Yoram Gutgeld e Roberto Perotti. Dovrà dare almeno dieci miliardi di risparmi nel prossimo anno. I capitoli dei tagli sono già in composizione: 4,5 miliardi dovranno arrivare dai ministeri, un paio di miliardi dalle partecipate pubbliche. E poi ci saranno interventi sulle pensioni di invalidità e l'attuazione della riforma della Pubblica amministrazioni con i suoi accorpamenti delle strutture periferiche dello Stato.



GLI ALTRI PASSAGGI


Ma il passaggio più delicato e complesso è quello che il governo si appresta a fare con Bruxelles. Per completare le coperture della prossima legge di Stabilità, il governo ha intenzione di attivare due clausole previste dalla flessibilità europea: quella per gli investimenti e quella per le riforme. Per ottenere la prima i tecnici sarebbero al lavoro su alcune misure per incentivare gli investimenti, come una super-sabatini per agevolare il rinnovo dei macchinari, e il reinvestimento degli utili in azienda. Poi ci sarebbe la clausola delle riforme, quella che permette di fare deficit per coprire gli impatti sociali iniziali delle riforme messe in campo dal governo. Ma quanto spazio è possibile aprire per i conti pubblici attivando questi due meccanismi? «Tutto quello che c'è tra l'1,8% e il 2,6%, ossia il rapporto tra deficit e Pil previsto per il prossimo anno e quello con cui Roma chiuderà invece l'anno in corso», spiega una qualificata fonte del ministero dell'Economia direttamente coinvolta nella preparazione della manovra. Significa uno spazio complessivo di 12,6 miliardi. Se fosse interamente concesso, permetterebbe di realizzare tutti i progetti del governo senza particolari sforzi: dall'abolizione della Tasi sulle prime case, al blocco dell'aumento di due punti dell'Iva previsto per il prossimo anno, alla riduzione delle tasse sul lavoro, all'introduzione di un principio di flessibilità per le pensioni (utilizzando per chi vuole uscire prima il sistema contributivo di calcolo), fino al rinnovo del contratto del pubblico impiego. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia